WEEKEND CIGARETTES  "The chosen one"
   (2023 )

Astenersi perditempo e sostenitori del lo famo strano, io cerco l’innovazione, ci vuole la scintilla avant, vuoi mettere l’indole sperimentale.

Ladies & gentlemen, a voi i Weekend Cigarettes, prodigioso quartetto alessandrino, figlio degnissimo del punk californiano anni Ottanta, nella scia dei ben noti nomi/numi tutelari che tutti quanti dovremmo conoscere almeno un po’. “The chosen one”, su etichetta Rocketman Records, segue di quattro anni il debutto di “How do you feel?” e mette in fila dieci pezzi per trentadue minuti di cassa dritta, basso che pulsa nello stomaco, chitarre sparate e canto battagliero, ossia gli ingredienti golosi ed esaustivi della ricetta sopra menzionata.

Incessante assalto a testa bassa, mette in mostra una verve inesauribile ed una salva di colpi da maestro sparati con massimo volume ed altrettanta veemenza, forti di ritornelloni incisivi, cori anthemici, ganci accattivanti, innumerevoli accelerazioni assassine. Solido e squadrato, ben prodotto ed arrangiato con provvida essenzialità, l’album ringhia aggressivo all’insegna di ritmi frenetici e di una granitica compattezza, ruvida-ma-non-troppo; non conosce flessioni, conservando intatto un impeto furente mentre centra con apparente facilità l’ennesimo chorus da mandare a memoria.

Fra la trascinante apertura di “Your life is getting over” e l’epilogo incalzante di “Walking away”, la tirata à la Offspring di “Come back home” ed il ruggito bellicoso di una “Replace” che – alla faccia del punk - suona quasi come un ibrido tra Metallica e Motörhead, Giacomo, Daniele, Francesco e Alessandro non smarriscono un’oncia della loro dirompente potenza, menando fendenti con la spavalda padronanza dei veterani.

In fondo, questo è “The chosen one”: una lampante dimostrazione di come si possa essere grandi attori anche recitando per l’ennesima volta lo stesso testo shakespeariano che altri mille hanno già portato sul palco. Applausi a scena aperta. (Manuel Maverna)