DEATH MANTRA FOR LAZARUS  "DMFL"
   (2023 )

“DMFL” è il nuovo album dei Death Mantra for Lazarus, band che aveva debuttato nel 2010 con “Mu” e poi, dopo la pubblicazione del singolo “Beatrice”, aveva conosciuto una lunghissima pausa.

“DMFL”, la cui gestazione era iniziata poco prima dell’inizio della pandemia, ha visto la luce poco più di un mese fa e porta subito elementi di novità, con un post rock più organico e compatto che ammicca al prog meno frequentemente rispetto al passato.

C’è una forte idea di nostalgia all’interno di “DMFL”, ma anche un sorprendente senso di serenità che emerge distintamente tra gli intrecci armonici e le evoluzioni dolci dei brani. “Church Superdelay”, in apertura, è retta da un dialogo denso fra synth e chitarre, poi arriva “Nude” che penetra sottopelle con una facilità disarmante e mostra in maniera anche più evidente un talento compositivo davvero notevole.

In “Marbles” compaiono i violini di Valeria Vadini: l’atmosfera è limpida e dilatata, l’incedere morbido ed elegante, mentre qualche vibrazione elettrica e qualche traccia di prog torna a mostrarsi in “Laika Cold! Laika Cold!”, omaggio alla cagnolina che viaggiò nello spazio.

“Mina”, con il suo post rock ragionato e ambientale, si avvicina alla tradizione nipponica del genere, prima di “Like Dolphins”, dove appaiono le voci di Jester at Work e Giulia Flacco, quindi arriva “Memory of Us”, l’ultimo atto di un disco con la chitarra classica che rimpiazza il basso e la tromba che disegna traiettorie imprevedibili.

“DMFL” è il ritorno graditissimo di una band che era purtroppo un po’ uscita dai radar, ma che dimostra di non aver affatto dimenticato come si scrive un bellissimo disco. (Piergiuseppe Lippolis)