MIREK COUTIGNY  "Through empty landscapes and new beginnings"
   (2023 )

Ispirato al libro Station Eleven di Emily St. John Mandel, il nuovo lavoro di Mirek Coutigny, iniziato durante il lockdown nel 2020 ed ora pubblicato da Icarus Records/Consouling Sounds, ci porta a conoscere e a esplorare il mondo intorno a noi con occhi nuovi e attenti, tra distopia e speranze di rinascita, tra devastazioni e ricostruzioni, sempre in bilico tra il bene e il male e tra il timore di dover cedere e il coraggio di resistere.

I quaranta minuti visionari ed emozionanti di Through Empty Landscapes and New Beginnings sono un viaggio ammaliante e pieno di deviazioni intriganti e inaspettate. Come il brano “The Road”, posto quasi all’inizio dell’avventura, una strada da percorrere con attenzione e con curiosità che attraversa elegantemente mille colori e i più variegati e profondi stati d’animo, conturbante e sensuale nel suo dipanarsi entro territori quasi esotici dove la batteria di Elias Devoldere e il piano e i synth di Coutigny tracciano indecifrabili traiettorie nell’aria, l’intero disco è un ambizioso e massimalista “lavori-in-corso” impregnato di rock, di elettronica, di fusion, di synth pop e di world music.

A dettare la linea in questo nuovo progetto è chiaramente Coutigny, compositore dei brani e assemblatore dei musicisti intorno a sé, col suo pianoforte, i suoi strumenti elettronici, la sua tastiera e i suoi organetti, ma al suo fianco ci sono in ogni brano interpreti di valore assoluto, da Jolien Deley al violoncello nella levigata e dolce “Snow Continued to Fall” a Tille Van Gastel al flauto nella polifonica e liberatoria “No More”, dal violino e dalla viola di Griet Wiame e di Esther Coorevits nella onirica “We Were Never Meant for This” alle percussioni rombanti e al vibrafono trillante di Jonathan Bonny in “Survival Is Insufficient”, e questo per citare solo alcuni nomi e alcuni dei pezzi più affascinanti del disco.

L’apparato musicale, insomma, è di livello altissimo, e ciò emerge in ciascun brano e anche nel giudicare dall’alto, con uno sguardo d’insieme, tutto il disco. Si tratta di undici composizioni intense, sentite, nate da un’ispirazione forte e palpitante, quasi travolgente vista la spontaneità e l’immedesimazione che Coutigny e i musicisti al suo fianco hanno profuso in ogni brano, per quaranta minuti di musica nella quale più generi si intersecano e dove la volontà di cercare strade originali e stimolanti è uno dei principali obiettivi dell’autore. Through Empty Landscapes and New Beginnings sa essere gioioso e drammatico, innovativo e coinvolgente, e noi con lui siamo trascinati, come recita il titolo del lavoro, dentro questi paesaggi vuoti, da riempire con la nostra fantasia, e dentro questi nuovi inizi. (Samuele Conficoni)