TALČA  "Aura"
   (2023 )

Primo ascolto, traccia 01, ''Tempie''... cavoli, confusa... traccia 02, ''Vetri'', molto meglio, curiosa... Poi ''Stencil'', traccia 03... bomba! Elettronica ben bilanciata, voce forse un poco flebile ma curiosa...

Traccia 04, ''Rovesciamenti''... accidenti, come scorre via veloce questo disco, anche l’inglese, un continuo... Rovesciamento...

Pausa, ci rilassiamo, inizia ''Ombre'': il disco sembra fermarsi ma non lo fa, anzi si danza a ritmo del vento con i piedi nel fango, bei testi. Il disco prosegue calmo con ''Sconnessi'' (con Antonio Aiazzi dei Litfiba), che parte piano e voce per poi virare nella Jungle o nel Trip Pop anni '90.

Fermi tutti, leggiamo le note stampa, cerchiamo di capirne di piů. In questi giorni stavo lavorando al database della radio, Radio Marconi di Milano, e rivalutando alcuni dischi da suonare per l’estate mi sono imbattuto nei primi successi dei Delta V, che ho legato subito a momenti della mia personale adolescenza e al periodo radiofonico dell’epoca. Ovviamente ho inserito i dischi in rotazione e, coincidenza totale, le note stampa mi dicono che la produzione di questo album č affidata Flavio Ferri proprio dei Delta V. E si sente! Bravo.

Si procede rilassati fino a ''Spigoli'', che rialza il ritmo e che si stacca decisamente dalle tracce precedenti. Si prosegue poi con ''Caleido'' passando per ''Amandoti'' (ancora con Antonio Aiazzi), e il disco si chiude con ''Bianco'' e con la sua ripetizione ossessiva finale. Ipnotico.

Talča soffre di una particolare forma di cefalea che le provoca non pochi fastidi, ma che, una volta passati, le donano una creativitŕ tale da “aiutarla” a scrivere i suoi testi. Testi che sottolineano il senso di caos che quotidianamente vive, che perň la fa essere lei e questo disco. Brava. (Marco Camozzi)