VASCO TRILLA  "A constellation of anomaly"
   (2023 )

Percussioni. Percussioni ovunque. Un meme può sintetizzare “A Constellation of Anomaly”, nuovo lavoro del compositore spagnolo Vasco Trilla (uscito per Thanatosis Produktion), focalizzato tutto sull'uso non convenzionale di molte percussioni.

Slegate dalla funzione ritmica, le campane, i timpani, i rullanti, i piatti, il triangolo e le “pentole” del gamelan, assumono così tutt'altro aspetto. Non più impulsi in battere e levare, non più loop a ripetizione, ma texture, tessiture di rumore che vibrano liberamente nell'aria, come ad esempio in “Opaque epiphanies”, che dopo un po' sembra il mare... di onde solide, ma pur sempre mare!

E l'utilizzo di archetti in modi creativi, ricorda un po' quelle temibili superfici rotanti di Pascal Battus. Arrivano ogni tanto delle sferzate minacciose, come in “We are such stuff the foams are made of”. Oh mamma, che titolo impegnativo: “Siamo della stessa roba di cui sono fatte le schiume”.

Mucillagine!

Gli scampanellii continui di “Polyphony of self worlds” a lungo andare diventano altro da sé, non più il lontano allarme antincendio di un'azienda, ma una vibrazione quasi massaggiante. Un recupero di forma ritmica si ha con “The shaking hand that leaves a mark #2”, con un loop regolare di tintinnii. Ma “Chronocycle graph” assume tinte inquietanti, caricando più carillon insieme. Parte della musica, qui, non sono solo le dissonanti melodie sommate, ma anche il gesto stesso di caricare i carillon. Questo “scherzo” ricorda la follia di Ligeti, nel far partire 100 metronomi insieme. Ovviamente a velocità diverse.

La velocità estrema dei trilli viene raggiunta con le mitragliate di suoni da orchestra gamelan di “Ignis fatuus”, fino a raggiungere l'illusione del continuum. È quanto più rappresentativo di un corpo umano, che noi percepiamo come unità uniforme, quando invece siamo composti di cellule, a loro volta composte da elementi ancora più piccoli, fino a raggiungere il quark.

Siamo arrivati all'esistenzialismo, attraverso una musica composta da sole percussioni, che inaspettatamente ci può rappresentare. Siamo una costellazione di anomalie. Oppure, mucillagine! (Gilberto Ongaro)