MANLIO MARESCA  "L'importanza inderogabile del mio rendez-vous"
   (2023 )

Certe musiche vanno bene in sottofondo. Certe altre meglio ascoltarle senza togliere gli occhiali da sole.

Ci son musiche che passano e vanno, altre che ti tarlano il cervello e vorresti che se ne andassero, ma non lo fanno.

C'č roba da classifica, roba inclassificabile e roba ancora non classificata. Ent(homo)logia sonora. Poi ci sono quelle che ti vengono addosso come un treno merci e ti presentano il conto. Semina vento e raccoglierai accordi separati, sia dal grano che dalla pula.

Quando ero piccolo mi dicevano di stare buono. Invece io rubai un'astronave. Mentre scappavo dalla polizia, ricordo come fosse stamattina presto, era proprio questa la colonna sonora del film!

Questo era il terrificante suono che ululavano le sirene lanciate all'inseguimento. Questo era il suono incantatore che stregava i compagni di viaggio di Ulisse. Quando mi acciuffarono, riportandomi a casa, mi ammonirono severamente. Non sappia l'orecchio destro quel che ascolta il sinistro, dissero.

Non avevano capito un c...o dell'estetica dell'errore. Da quel preciso istante avrei sottoposto ad una serrata requisitoria quel processo di crisi del linguaggio musicale che aveva raggiunto la sua saturazione nella cosiddetta poetica del rumore.

Continuitā nella frammentazione. Armonia nel frastuono. Gioia nella confusione. Libertā dal conosciuto. Estatica rivoluzione.

Questo č un album da scavare e dal quale lasciarsi esplorare. (Dario Antonetti)