MAURIZIO PETRELLI  "Scrivo canzoni per mosche e zanzare"
   (2023 )

Quarto disco di canzoni proprie, “Scrivo canzoni per mosche e zanzare” è la nuova fatica di Maurizio Petrelli, cantautore e compositore che mantiene viva la tradizione crooner all'italiana, quella canzone confidenziale sviluppatasi negli anni '50 e perdurata fino ai primi '70. Fred Bongusto è il primo nome che viene in mente, per orientarci.

Le ampie melodie romantiche di Petrelli sono affiancate da due cover non casuali, che aiutano ad inquadrarlo nei suoi riferimenti: “Spicchio di luna” di Sergio Caputo, e “Questa è la mia vita” di Domenico Modugno. Accompagnate dall'orchestra, le canzoni evocano tanti ricordi, come nel singolo “Nilo”: “C'è un bisogno folle di star bene e vivere la vita. Sono cresciuto tra sentieri accidentati, ho avuto tanto freddo e fame d'avventura, ma ce l'ho fatta a superare quei momenti, pensando solo a te”. Le prime parole, a proposito del bisogno di stare bene, sono probabilmente uscite dal lockdown, che tanta vita ci ha negato.

Nonostante l'evidente richiamo a quei decenni, ogni tanto compare qualche suono synth contemporaneo, come in “Avanti, c'è posto”, ma l'orchestra è sempre preponderante, così come i sentimenti, sia felici e nostalgici in “Una lettera”, che tristi e rancorosi, nel tradimento raccontato in “Un effimero amore”. Ma c'è anche spazio per l'ironia, come in “Vecchio farmacista”, brano autobiografico, dato che l'attività musicale di Petrelli è sempre stata affiancata da quella in camice. La canzone è un leggero shuffle con assolo di tromba: “Perché io senza pretese, sono un vecchio farmacista di paese (…) pillole, capsule e qualche cachet, stai sicura, fidati di me”.

L'ottimismo è di casa con “Ce la farai”, e c'è spazio per uno scherzoso brano in spagnolo maccheronico, “Hey Maria”, con ritmi latini. È utile qui far sapere che Petrelli in Puglia ha ideato e dirige il JAF: Jazz Around Festival, con lo scopo di rendere popolare il jazz, ed è partito prima avvicinando le persone con il tango, la bossanova, insomma i ritmi latinoamericani che sono più popolari, per poi far apprezzare il jazz più puro; dunque, anche “Hey Maria”, seppur scherzosa, è composta con cognizione di causa. L'album è chiuso dalla melodia più intensa, “Ovunque tu sia”.

Faccio una piccola digressione all'estero: in Corea del Sud è tornato in voga un genere, il trot (o k-trot), che ha avuto una genesi travagliata, ed è giunto alla terza rinascita. Beccando le giuste canzoni, si notano similitudini con le canzoni italiane più romantiche, degli anni '60 e '70, per quanto riguarda melodie ed arrangiamenti eleganti, spesso con sezione ottoni. Per dire: qualcosa che può apparire antiquato, in realtà dall'oggi al domani può essere rinnovato e riscoperto, e a sorpresa amato, anche al di fuori dei nostri confini. E io so che anche tra i più giovani (o meglio, le più giovani), si nasconde chi guarda a quei cantanti inamidati col papillon, affascinate dal cavaliere di una volta, in contrasto coi loro coetanei trapper, un po' troppo presi da mammà!

Per i cuori romantici di ogni età, c'è Maurizio Petrelli da scoprire. (Gilberto Ongaro)