PASCAL COMELADE, LEE RANALDO & RAMON PRATS  "Velvet serenade"
   (2023 )

Velvet Serenade, uscito per Staubgold Records, è l’omaggio sincero e appassionato che tre grandi della musica – Pascal Comelade, Ramon Prats e Lee Ranaldo – hanno deciso di concedere ai Velvet Undeground, una delle band che più ha rivoluzionato il mondo del pop, del rock e dell’avanguardia. Organizzato dall’invito che aveva lanciato il giornalista musicale catalano Ignacio Julià, all’indomani della pubblicazione del suo libro Linger On: The Velvet Underground per la Ecstatic Peace Library di Eva e Thurston Moore, che chiedeva non un semplice tributo ma un tentativo coinvolgente e totalizzante di rivivere quegli anni così straordinari e fulminei.

A questo invito Lee Ranaldo e Pascal Comelade risposero con particolare trasporto. L’evento, da tenersi durante la prima presentazione del libro di Julià, si tenne il 28/04/2022 all’Auditori del Ateneu di Banyoles, in Catalogna, e ad aggiungersi ai due – che ebbero solo poche ore nel pomeriggio per organizzarsi e provare i pezzi – fu Ramon Prats, un batterista locale: la magia nacque sul momento, come per un qualche incantesimo, e a guidare i tre era l’obiettivo finale, quello, cioè, di provare a ricreare un concerto dei Velvet non rimanendo fedeli al modello ma tuffandosi in quelle note e parole immaginando di eseguire quei brani proprio in quegli anni, come se improvvisamente si potesse tornare alla fine dei ‘60s, in un universo in bianco e nero e sospeso nel vuoto che questo progetto avrebbe avuto il compito di colorare.

Il lavoro dei tre risulta entusiasmante. Lo stile minimalista e personalissimo di Pascal Comelade alle tastiere e al piano si amalgama meravigliosamente con le invenzioni chitarristiche di Lee Ranaldo, sempre spiazzante e originalissimo, che talvolta suona anche percussioni o violoncello, e i due dialogano in modo eccellente con la brillante, a tratti sgargiante, e puntuale performance di Prats, solida ed efficace nella sua semplicità e schiettezza. Spontanei, concentrati, assolutamente rapiti dalle loro stesse esecuzioni e ancor di più dai brani, i tre costruiscono Velvet Serenade dalle fondamenta con una precisione e una dedizione eccelse.

Che il tutto funzioni particolarmente bene si nota subito in “All Tomorrow’s Parties”, un’apertura di show lacerante e spettrale, totalmente imprevedibile in questa sua forma, strumentale e completamente riarrangiata, dove il gruppo dà già il meglio di sé, e si percepisce ancora meglio nella scoppiettante “What Goes On”, che corre come un treno e si materializza pian piano in una coltre di nebbia. Splendida è anche la performance di “Femme Fatale”, che chiude il disco in perfetta continuità con l’apertura, in una versione strumentale anch’essa che scompone dalle sue radici il brano fino a farlo diventare un pezzo di classica contemporanea.

Se la graffiante “I’m Waiting for the Man” mostra il lato più acido e jazzy del trio, che qui in particolare riesce a mixare più generi e tendenze in un unico brano, dal rock quasi psichedelico al blues polveroso e duro, che viene esplorato anche nella convincente “Lou’s Blues”, ecco che “Ocean”, invece, diventa una ballata onirica interpretata quasi come una ninnananna dalla potenza e dal magnetismo quasi spirituali. Velvet Serenade prova a ricreare le atmosfere di un periodo sfuggente, indecifrabile e splendido che ha segnato per sempre la storia della musica. Riesce a farcele sognare dall’inizio alla fine, con mestiere e con classe, e ha il grande merito di farcele sognare in un modo che solo le registrazioni di quegli anni ruggenti riescono a fare meglio. (Samuele Conficoni)