JAVIER GIROTTO & ALMA SAXOPHONE QUARTET  "Colyseus"
   (2023 )

Il sassofonista e compositore Javier Girotto torna assieme all'Alma Saxophone Quartet, per un album interamente scritto per questi 5 strumenti, senz'altro: “Colyseus”, uscito per Parco Della Musica Records.

Anche in assenza di sezione ritmica, il ritmo creato dal quartetto è travolgente in più momenti, come nella titletrack. In “Andantango” si può apprezzare il gusto per la scrittura polifonica, essendo che la melodia principale, suonata da Girotto, è inseguita dagli altri saxofonisti dal registro più acuto, armonizzandola, giungendo alla saturazione armonica. Prima, terza, quinta sono quasi sempre coperte.

Invece, nella citata “Colyseus”, c'è spazio per degli unisoni, così come all'unisono è l'iniziale vivace tema di “El Cacerolazo”, dove però ben presto si torna a distinguere il ruolo del melodista da quelli d'accompagnamento. Le progressioni e il tempo ternario sono suonati energicamente. Ci sono anche deliziosi momenti di ritmo saltellante quasi “est europeo”, alternando il sax dal registro più grave alle note in battere e gli altri in levare, creando quasi una sorta di ska.

La vivacità delle prime tracce è stemperata dalla successiva “Condor”, dove le note si susseguono più morbide e legate; altro brano soffice è “Ninna-nanna-arro-rro”. Precipitiamo invece in un coloratissimo vortice di note, con “Bulerango”, seguendo coordinate ritmiche di tango. A metà brano si cambia ritmo, comunicandolo direttamente sui bottoni degli strumenti, procedendo in una caduta “patetica” più lamentosa. Il lamento si calma, restando lenti ma rendendo i suoni più staccati. Questo crea un'aspettativa, che invece di portare a una ripartenza vorticosa, porta ad un dialogo tra due dei fiati. Il finale del dialogo viene doppiato dagli altri, creando una sensazione di “coro”, come fosse di voci umane. L'umanizzazione è inevitabile, perché qui sembrano proprio imitare una discussione.

Girotto e il quartetto sono una vera “Forza della natura”, come dice il prossimo titolo. L'energia sprigionata è irresistibile. Questa composizione inoltre testimonia il loro affiatamento, nella precisione dell'esecuzione, che prevede molte rapide pause di tutto l'ensemble. In “Fugorona”, si percepisce il passaggio della melodia da un sassofono “primo”, ad uno diciamo “secondo”, come si fa coi violini in orchestra.

Più o meno, gli elementi fin qui descritti si incontrano anche nelle ultime tracce: grande polifonia in “Gotan”, e ritmi latini, arrivando anche ad un certo punto ad assomigliare al celebre “Libertango” piazzolano, non tanto nella melodia, quanto nell'armonizzazione e negli accenti ritmici di accompagnamento. Il finale è una discesa di semitoni deflagrante. Una melodia più malinconica attraversa “Planeta Tierra”, armonizzata altrettanto mestamente dal quartetto.

“Ciudad” chiude con un ritmo che potrebbe ricordare il reggaeton (non vi scandalizzate), perché fa proprio: tun, patun pa tun, patun pa.... E prende tanto! L'album si chiude scatenato e frizzante, così com'era aperto. Javier Girotto è un bravo compositore ed esecutore, accompagnato da un'eccellente squadra! (Gilberto Ongaro)