DIPLOMATIC IMMUNITY  "No weather, no cry, the desert don't lie"
   (2023 )

Tra i fattori più importanti che determinano la forza e la resistenza di una band va annoverato, certamente, quello di una consolidata amicizia, soprattutto se questa nasce sin dall’infanzia o dall’adolescenza: e proprio tre dei quattro componenti del collettivo danese dei Diplomatic Immunity son cresciuti insieme per poi dar vita (nel 2017) al loro progetto musicale.

Dopo quattro singoli e l’e.p. “Something has to explode”, il battesimo sulla lunga distanza arriva con i 10 brani di “No weather, no cry, the desert don’t lie”: album energico e melodico con spiccate attitudini alla vigoria e all’impegno identitario.

Parliamo di un esordio molto centrato, nel quale i dettagli non son per nulla raffazzonati ma ben pensati e curati nel mastering, proprio per risultare centrati e qualificati. Rispetto ai citati lavori passati, ora la band adotta una virata mirabile, che porta il loro songwriting su ottimi livelli senza avere la presunzione di operare chissà quale rivoluzione, ma col preciso intento di puntare a un rimarchevole perché.

Allora, è bene che questo disco “parli” alle nostre orecchie e via quindi con “Talk”, che guizza come un’anguilla impazzita nel torrente di un rock che fluisce con acque di Stereophonics e Maximo Park, cosi come “Endgame” e “Both Eyes open”, tanto per ricordarci che bisogna tenere aperti entrambi gli occhi (e le orecchie) perché da qui in poi difficilmente molleranno presto la presa.

Quindi, sarà bene darsi una mossa per udire quanta energia sprigionano i concittadini di Andersen con la magnifiche “You better run”, “Safeworld” o “Know your name”: ingredienti d’alta qualità al servizio dell head-banging. Chitarre che ronzano di brutto, batteria dispotica e scie vocali che fan presa senza riserve con la forza di “My house” e “Burn out bright”. Quando è ora di spingere a tavoletta, calano l’assopigliatutto di “Pure evil”.

Invece, quando han voglia di sfogare melodia sontuosa lo fanno nella godibile power-ballad “Mama”... cosa credete? Anche loro hanno un’anima dolce per farvi rilassare un attimo. Non sono mica mostri indelicati: semmai “mostri”, lo sono di bravura. (Max Casali)