MAFALDA MINNOZZI  "Natural impression"
   (2023 )

I recensori seri non parlano di sé: si concentrano sull'oggetto musicale. Oggi trasgredisco; anche perché, l'aneddoto personale è utile a capire il tipo di proposta che abbiamo dinanzi.

Ero andato dal barbiere a farmi i baffi a manubrio. Sì, ora ho proprio l'aspetto del critico hipster che guarda i film di Wes Anderson. Ops, quella sera ho proprio visto “Asteroid City”, mi sono appena preso in giro da solo... Va bè. La cosa che ci interessa, è che il barbiere era uno di quelli chic, dove la bottega è un'esperienza: gli specchi corredati da lampadine ai bordi, per darti l'illusione di essere in camerino, come un attore; le pareti arredate in stile industrial, le poltrone anni '50. Mentre mi appoggiano l'asciugamano bollente sul volto, lasciandomi lì per qualche minuto, ascolto la musica di sottofondo. Sento una voce di donna, e un motivetto familiare... al momento sono spaesato, perché canta in portoghese. Poi la riconosco: è “La pioggia di marzo”, famosa nella versione cantata da Mina in italiano. Sotto l'asciugamano, penso ridendo: “Questa è una di quelle musiche che mi potrebbero assegnare a Music Map”. Una settimana dopo, leggo nelle mail: “Mafalda Minnozzi – Natural Impression”. Inizio ad ascoltare la prima canzone, “Águas de Março”. Era lei!!! Ma tu guarda!

Minnozzi, cantante di lunga carriera, di origini italiane ma brasiliana acquisita, che avevamo già incontrato l'anno scorso nel disco “Cinema City”, dove jazzava note colonne sonore (http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9080), ora è tornata con un album dove interpreta celebri brani jazz, con la consueta gentilezza della sua band. L'intramontabile “Mas que nada” si affianca alla malinconica “Começar de novo”, famosa nella versione di Simone, portavoce della musica popular brasileira.

“Samba de Verão” e “Ne me quitte pas” sono cantate in francese, e al clarinetto ascoltiamo nientemeno che Don Byron! L'LP ospita numerosi ospiti internazionali, come John Patitucci, il vibrafono di Joe Locke in “Carnival (Manhã de Carnaval)”, Michael Wolff e Doug Beavers. Un alone di mistero avvolge la saudade di “Coração vagabundo”, episodio particolarmente toccante. Minnozzi si avvia in uno scat all'inizio di “Estate”, sì proprio quella di Bruno Martino.

Tra i numerosi titoli, i battistiani saranno contenti di trovare “E penso a te”. Per l'occasione, il chitarrista Paul Ricci accende il wah wah, aggiungendo un moderato groove al morbido arrangiamento del pezzo. Si accelera il tempo con “Estamos Aí”, dove il pianista Helio Alves si cimenta in un divertente assolo. Si continua con l'allegria in “Só Tinha de ser com você”, mentre si torna alla calma in “Bruma”, dove Mafalda duetta con Roberto Menescal. L'album finisce col celebre “Samba de uma nota só” di Jobim.

Capite quanto fosse pertinente il racconto del barbiere chic di prima? Scegliere questo disco per la propria bottega, è sinonimo di ricercatezza. Le raffinatezze armoniche, diffuse in tutti i brani, ne fanno un album elegante, adatto agli ambienti più lussuosi. E dopo l'esperimento cinematografico, con questi brani Mafalda Minnozzi ritorna “a casa”. (Gilberto Ongaro)