LETIZIA BRUGNOLI  "Crystal flower"
   (2023 )

Letizia Brugnoli è una cantante jazz, accompagnata da una band che, tenendo centrale lo swing come stile di partenza, da quello prende diverse deviazioni. L'album “Crystal Flower”, uscito il 13 ottobre 2023 per Irma Records e Red Blue, mostra queste direzioni.

La titletrack che apre l'album sembra partire sognante, con un pianoforte incantato, e anche il primo avvio della band e di Brugnoli segue questa strada. A sorpresa, a metà traccia, la sezione ritmica parte con un ritmo sudamericano più spedito. “Nostalgiazz” è uno swing più canonico, mentre “Shadows” inizia con un pianoforte spettrale, un'oscurità inaspettata qui; per poi diventare un funk, delicato ma carico ugualmente di groove.

“Il gioco del semaforo” accelera i battiti, entrando in un malizioso swing-samba, dove Letizia canta di un gioco di seduzione, dalle regole misteriose. “L'immobilità è l'occasione” usa come esempio il rosso del semaforo, ma quando è il momento dell'azione “La luce verde adesso è mia”. La canzone sembra pensata per una situazione di ballo. E se non sai che mosse fare con il/la partner, è perché “l'alternarsi di concetti è un gioco che non ti fa mai decidere”.

Dopo il frenetico ballo, ci si può sedere stanchi e sudati, sulle note di “Agua de Maio”, che tra la stanchezza e la malinconia, nasconde raffinate progressioni armoniche. E se non ti è andata bene, lei canta: “There's nothing left to be angry about”. Basta, ora ti rialzi, pigli la macchina e te ne vai. Va piano, la strada è dissestata non vedi. Va piano, ti dico. Dove corri? BOOM! Una gomma a terra. Te l'avevo detto di andare piano! Il cambio gomma è accompagnato da “Tire change”, curioso titolo per un pezzo, dove Letizia Brugnoli si cimenta anche nello scat. Se non sapete cosa sia lo scat, non cercate su Internet, che il browser potrebbe equivocare... Ve lo dico io, è quando la cantante inizia a fare “dabadada didili parapappa”, però in maniera virtuosa.

Un walking bass accompagna “Koka”, dove la cantante interpreta una donna che rivendica la propria vita artistica, coi suoi vantaggi e svantaggi, smarcandosi da un partner che non riesce a starle dietro: “Vivo a metà tra arte e stabilità, e questo confonde l'imbecillità. È curioso vedere che gli argomenti tra me e te sono un piatto insipido che non voglio più”. E poi vai di assolo di sax.

Altro momento languido come “Agua de Maio” è “We both knew”, dove il momento dell'assolo stavolta è riservato al contrabbasso. Un piano elettrico “caramellato”, e un suono synth abbastanza vintage, aprono “Le stanze segrete”. Sembra così che debba essere un altro lento, e invece poi la batteria ci fa capire che si correrà ancora. Uno swing scatenato dove si afferma che certi spazi personali della mente, devono restare inaccessibili, perché mostrano le contraddizioni a cui uno è affezionato: “Sono brillanti e lucide trasparenti ingannevoli, accoglienti e scomode per me. Non è protezione, paura o sfiducia, piuttosto è modestia ed un poco di vanità. Credo che poi sia in noi, preservare nascondere aver cura e difendere ogni nota intonata, ogni scelta sbagliata, caparbietà”.

Letizia Brugnoli continua ad alternare italiano ed inglese, e con “Albert's Poem to Elle” torniamo alla lingua d'Albione, su un brano che appare “natalizio”, per la sua vicinanza alle atmosfere newyorchesi di Michael Bublé. La chitarra di “Oltre il limite” ci riporta invece in Brasile, con una certa leggerezza che esorta a staccare “lo sguardo da quest'ovvietà”, per volare “lontano senza chiedere”. Ed infine, “Walls of stone” si dirige su progressioni armoniche sognanti, per chiudere con sobria positività: “che profondità l'azzurro che ci salverà. Brividi di curiosità ci spingono verso nord, the walls of stone (…) non mi perdo d'animo perché ho sentito entrare in me una calma e un'energia, vorrei volare via da qui verso il blu, per vedere la libertà”.

L'album del “fiore di cristallo” è così: elegante e variopinto con garbo. (Gilberto Ongaro)