DAKAR  "Say it again"
   (2023 )

Questo album di debutto, "Say It Again", degli americani Dakar, è stato registrato presso lo studio Friends of Friends di Jax con la guida esperta dell'ingegnere Brok Mendes. Nove mesi di produzione in cui la band ha messo cuore e anima, dando vita a un album che mette in mostra il loro talento come band, la dedizione al progetto e la crescita come musicisti.

"Dakar", come spiega la band americana, ha diversi significati: loro sono affezionati all’accezione wolof senegalese, che significa "chi si stabilisce qui sarà in pace". Questo perché concepiscono come missione della band il creare musica in profonda sintonia con gli ascoltatori, offrendo conforto e forza nei momenti più complessi che la vita offre.

Possiamo approcciare l’album aspettandoci di entrare in un territorio di confine tra un post garage rock da un lato, un album della Rollins Band, direi il loro sesto album ''Get some go again'' nello specifico per le linee vocali e per le linee solistiche del chitarrista.

Mentre, grossolanamente, il terzo punto di riferimento potrebbero essere i Bad Religion, per l’approccio strumentale e compositivo in generale (ascoltatevi la quarta traccia del disco ''Over the line''), sicuramente una buona miscela da un punto di vista della ricerca di un timbrica che li contraddistingua.

La crudezza del sound potrebbe pure avvicinarli ai Motorhead, ma non sembra essere intenzione del combo quella di emulare le cavalcate di un certo Mikkey Dee, semmai quelle di un certo punk impegnato di oltreoceano come in ''Grab your reigns'' o come in ''Projection'', oppure ''Reason'' dove si ascolta un bel lavoro di armonizzazione vocale. Il suono chitarristico è particolare in ''Ronnie Jean'', ma in generale i suoni sono davvero coinvolgenti e di buon impatto. (Johan de Pergy)