PET SHOP BOYS  "Smash"
   (2023 )

Partiamo da un presupposto. I PSB sono la band preferita dallo scrivente, quindi qualsiasi giudizio qua riportato è chiaro che sia passibile dell'andare tarato. Però la domanda sorge spontanea, come avrebbe detto Lubrano ("Mi manda Lu Brano", vecchio programma di dediche e richieste): per quale ragione?

Ecco, andando a sentire l'infinita raccoltona "SMASH" - rigorosamente in maiuscolo - forse qualcosa potrebbe essere chiaro. Perché Tennant-Lowe sono riusciti, in decenni e decenni, a tenere sempre alta la qualità delle proprie produzioni senza andare a modificare tanto il proprio genere, ma non per questo sentirete mai un brano pensando "è tale e quale a questo altro qua, solo cambiato il testo". Non male, si potrebbe già dire.

Poi si potrebbe raccontare che in Inghilterra sono stimati e rispettati, come autori e come narratori della quotidianità solo un gradino sotto quei due di Liverpool. O che "West end girls" fu di fatto il primo brano rap ad arrivare numero uno al di là dell'oceano. O che dimenticatevi il fatto che magari ve li siete persi per strada, forse dopo "Go west": questi nel frattempo hanno fatto album su album, tour su tour (e senza dover bussare a quelle mostre collettive, comunque rispettabilissime, di tanti gruppi vintage nella stessa serata), addirittura hanno musicato una colonna sonora per "Battleship Potemkin" senza nemmeno infastidire il professor Guidobaldo Maria Riccardelli. Che, all'inizio della moda grunge si posero il dubbio se fosse necessario andare avanti o dargliela su, e la risposta sono stati altri 30 anni di musica. Che quando esplose il britpop risposero con un album elettrolatino. Che quando esplose quella roba pseudoacustica a inizio 2000 ci provarono pure, ma capirono che non era cosa e tornarono subito indietro con ottimi risultati. Insomma, ci sono sempre, sempre stati.

"Smash" mette in ordine cronologico 57 singoli, praticamente tutti (ma qualcosa è sfuggito perfino a loro) quelli pubblicati dal 1985 al 2020, e magari all'orecchio impuro potrebbe risaltare la differenza, anche solo per notorietà, tra i primi - diciamo - 20-25 brani e i successivi. Ma, se andrete ad ascoltare con attenzione anche quelle tracce che non sono passate per Deejay Television o Videomusic per inevitabile senescenza delle trasmissioni, vi accorgerete che "Love etc", "I'm with stupid", "Minimal" e altre cose che forse vi siete persi, nulla hanno da invidiare alle precedenti. Insomma, qui c'è tutta la loro vita musicale, e forse a leggere bene i testi, anzi senza forse, c'è anche la vostra. Come diceva Guido Angeli, provare per credere. (Enrico Faggiano)