MAJA S.K. RATKJE & NORDIC AFFECT  "Rökkur"
   (2023 )

Oggi che scrivo è il 29 dicembre 2023. Cercando informazioni su Maja S.K. Ratkje, scopro per caso che è nata il 29 dicembre 1973. Buon compleanno!

Dov'è nata? A Trondheim. Ah beh, fermi tutti: questa città norvegese è una garanzia di sorprese, tra sperimentazione e ricerca. Sebbene abbia poi studiato a Oslo, la compositrice e cantante si è esibita anche con la Trondheim Symphony Orchestra. La sua ricerca vocale non si ferma sulle note, ma anche sugli altri suoni che si possono emettere. In “And smiling did reply” ad esempio, possiamo ascoltarla raschiare la gola con versi gutturali, a diverse intensità, fino anche a sforzare il suono del... russare.

I Nordic Affect invece sono un quartetto islandese che compone musica contemporanea, con strumentazione barocca: violino, violoncello, viola da gamba / violoncello, e clavicembalo. Quest'ultimo in particolare spicca negli arrangiamenti di “Rökkur”, album realizzato per la Øra Fonogram tramite l'unione di questa lega norvegese – islandese, tra Maja S. K. Ratkje e i Nordic Affect.

Oltre ai suoni degli strumenti acustici, in certi momenti viene pure accesa la distorsione elettrica, come in “Love took my hand”. La paletta timbrica usata è molto ampia, e gli archi assieme alla voce spesso emozionano, come in “Martes nattasang”. Ratkje gioca anche a fare strani versi, tra colpi di glottide e gorgoglii vibranti, nel brano dal lungo titolo “Den sprættende bevægelse min fot gjør hver gang pulsen slår”. L'agitato pezzo tornerà una seconda volta, come ripresa. Ma nei brani all'inizio invece, “Into the dark” e “I cannot look”, la voce sembra comparire quasi per caso, con sillabe distanti l'una dall'altra, dilatando le parole.

Ci sono momenti paradisiaci come “Passing stranger”, ed altri più vivaci come “Du som fremmed”. Davvero un disco da scoprire, questo “Rökkur” (che vuol dire “penombra”); nonostante sia chiaramente un'opera di ricerca, di quelle che sembrano destinate solo ai musicofili più incalliti, in realtà ha degli spunti che possono affascinare anche un pubblico più vasto. (Gilberto Ongaro)