COSIMO BONI  "May be (unable to return)"
   (2023 )

Registrato a New York e pensato a Boston, “May be (Unable to return)” è il primo album da leader del trombettista fiorentino Cosimo Boni. L'avventura di Boni inizia ad uno dei corsi (clinics) fatti all'Umbria Jazz Festival dal Berklee College Of Music, dove ha vinto una borsa di studio, ed è andato negli Stati Uniti. Dopo anni di prove con vari musicisti, è giunto alla formazione che incide quest'album, il Cosimo Boni Quintet.

Uscito per Fresh Sound New Talent, “May be (Unable to return)” è una prova di bravura e creatività. Se “As if it were” propone molte modulazioni “sghembe” al pianoforte, al contrario “Nice” si sofferma ad un certo punto in un loop di tre accordi, però tutti gradualmente accelerano fino alla fine. Gli accelerati collettivi sono tra le cose più sfidanti da suonare, ci vuole un amalgama rodato. Anche in “Dream giver” c'è un'accelerata, ma più brusca, non graduale. Il batterista usa molta fantasia, tra rullate, fill e colpi sui piatti in anticipo e in ritardo.

“Question” traduce in suoni un elemento di grammatica. Tromba e sax contralto suonano all'unisono una melodia, alla quale rispondono all'unisono contrabbasso e pianoforte. Entrambe le squadre, nelle melodie alternano scale consuete a passaggi esatonali, creando sospensione. In tutto questo, la batteria accompagna sottovoce. Si torna rapidi e scattanti (saremo oltre i 250 bpm) in “View of one”, in un classico ritmo swingato. Ecco la classica situazione monkiana.

Ancora modulazioni e progressioni ricercate in “Dunda”, dove i due fiati si seguono pedissequamente nei primi tre minuti. Poi Cosimo prorompe in un assolo di tromba non eccessivamente lungo, seguito dal pianoforte e poi dal sax.

La titletrack è caratterizzata da un ritmo pulsante del contrabbasso, dove la tromba esegue un'improvvisazione con punte di tristezza, risolte poi con vivacità. Le cascate di note sono alternate da pause, suoni e silenzi sono ben dosati. “Pagan Solemnity” chiude l'album con note lunghe su tempo largo, terminando in sospensione armonica.

Cosimo Boni e il suo quintetto suonano con fantasia e gusto, senza necessità di strafare. Anche in fase di assoli, non si ascolta mai una “competizione” tra chi è più virtuoso, ma un desiderio di cooperazione per ottenere una musica eufonica, dove la somma vale più dei singoli elementi. (Gilberto Ongaro)