SARA PICCOLO  "Uolofifi"
   (2024 )

L'Irlanda, ormai l'ho capito, non è solo una nazione, ma anche uno stato d'animo. Come stai? Mah, oggi mi sento un po' irlandese! E la cantautrice Sara Piccolo si sente irlandese, tanto che nel suo disco “Uolofifi” troviamo la chitarra acustica circondata da violino e banjo, come si sente in “I don't know” e più rapidamente nella divertente “Mr. Bean”.

Il titolo dell'album è una traduzione creativa di Sara Piccolo, del fischiettare di sua nonna. Quel che fa è trasformare in leggerezza e ironia situazioni di paura o pesantezza. In “Seline” infatti canta: “Catch the wolf, smother him, just smile”. L'intro e l'outro sono parlati, con uno sfondo di acqua che scorre, mostrando il lato di poetessa che fa parte di Piccolo.

In “You're not an Irish guy”, scherza su un uomo che si approccia al bancone di un bar, e su di lei che non vuole saperne di cambiare i propri piani: “I think I need a therapy and I hope I won't cry my eyes out (…) my dreams are bigger than you (…) I know that I'm overthinking, that's my way”.

Anche se non ha lo stesso graffio, per qualche motivo il suo modo di cantare mi ricorda quello di Bonnie Tyler; l'associazione mi è arrivata fortissimo con “On the road again”, che non è la cover dei Canned Heat, ma una tenera ballata, dalla melodia semplice ed efficace nel portarti via il cuore. È proprio una brava melodista, Sara, come si sente anche in “December”. Altro particolare da sottolineare su “On the road again”: il pianoforte credo sia in “felt piano”, cioè il suono viene smorzato da un feltro; infatti è ovattato, e ha degli armonici stranissimi, quasi scordati, che donano ulteriore dolcezza alla canzone.

“Errata Corrige” è l'unico brano cantato in italiano, su ritmo country in levare, e se in inglese si intuiva il sarcasmo della cantautrice, qui si palesa: “Te ne vai come chi non osa scegliere, che fatica che ti costa distinguere tra una vita sognata che va assaporata, ed un'altra che ha scelto tua madre (…) sputo verità come gli amanti forse anche troppo grezzi, senza alcuna vanità (…) neanche con i piedi in acqua non mi reggo più in piedi, ma corro”.

La musica di Sara Piccolo è intima e calorosa, una carezza terapeutica per il dolore, che dona dolcezza e risate salvifiche. (Gilberto Ongaro)