THINKABOUTIT  "Marea"
   (2024 )

E’ risaputo come fare un disco comporti (di solito) tanto impegno, cura dei dettagli e slancio produttivo ma, leggendo l’aneddotica della nascita del nuovo album dei Thinkaboutit “Marea”, si evince che la band pugliese ha letteralmente sputato lacrime e sangue per raggiungere l’obiettivo, passando attraverso un corollario di difficoltà, attese, consulti ed incontri, patendo un lungo stand-by.

Detta così, sembrerebbe che lo star fermi tanto tempo non giovi alla causa , ed invece le vicissitudini han consentito al quintetto pugliese di plasmare 16 brani disarmanti, assorbendo contaminazioni a go-go, dando cosi alla numerosa prole della tracklist un’identità sempre in continua variare, prediligendo maggiormente fantasie strumentali di rilievo, senza obliare (naturalmente) le tratte vocali, che si differenziano quasi totalmente dai precedenti “Sulle grate” (e.p.) e “In secondo piano” (LP), nei quali i ragazzi fornivano miscelazioni di soul, jazz, funk e spunti dialettali.

Ampiezze pulsanti si scrutano nell’orbita di “Leave this place”, “I fly high”, “We never” e la dinamica “Us”, mentre divagazioni jazz-fusion sono il fiore all’occhiello di “Timberwolves”, “He can do it” e della più estrosa “Adriatico”. Quelle dei Thinkaboutit sono splendide fluttuazioni in libero arbitrio, mantenendo sempre una guida corretta, disciplinata, quasi puntigliosa per non sbandare alla “Proxima” curva parabolica, in un misto tra urban ed ambient.

Senza spoilerare troppo il resto della famiglia per non anticiparvi sorprese a iosa, vi dico solo che, sul fil di lana, vi attende l’audizione onirica di “Last sunset”: e poi mi direte, nel complesso, quanto magnetismo quest'album ha attirato sulle vostre anime, viziate da una “Marea” di suoni forbiti e stilosi. (Max Casali)