JADE WARRIOR  "Elements: The Island anthology"
   (1995 )

I Jade Warrior iniziano la loro carriera in Inghilterra nel 1970 nascendo dalle ceneri dei disciolti July, gruppo psichedelico capace di prodursi in lavori di tutto rispetto ed ancora oggi oggetto di culto tra gli appassionati del genere e i collezionisti.

I polistrumentisti Tony Duhig e Jon Field, provenienti dai July, formano insieme al bassista cantante Glyn Havard il nucleo centrale del gruppo al quale successivamente e soltanto in particolari occasioni si uniscono il chitarrista Dave Duhig, fratello di Tony, ed il batterista Alan Price. E’ del 1971 il loro primo appuntamento discografico che esce per la gloriosa etichetta Vertigo, una delle più attente all’epoca nel reclutamento di gruppi dal carattere artistico interessante e perciò realmente in grado di offrire una ventata di novità.

Sono cinque le incisioni ufficiali uscite per la Vertigo; si tratta di album assai importanti per lo sviluppo dell’identità sonica della band e si possono trovare riuniti in un cofanetto della Repertoire. Sono album caratterizzati da tinte forti dove possiamo trovare veramente di tutto, da echi dei Jethro Tull a episodi insoliti dalle influenze asiatiche, africane e latino americane, da ottimi brani in pieno stile blues fino ad accenni di psico progressive, per poi arrivare a scorgere in taluni episodi quella fragorosa grandinata di suggestivi e atipici umori che anticipa quello che sarà il sound definitivo della band.

Successivamente il gruppo viene messo sotto contratto dalla Island, altra etichetta storica per la musica rock di un certo rilievo, per la quale incide quattro album che escono tra il 1974 ed il 1978 dal titolo rispettivamente di ''Floating World'', ''Waves'', ''Kites'' e ''Way Of The Sun'', tutti indistintamente da considerarsi dei lavori degni della massima considerazione.

La musica del periodo Island si fa più attenta, introspettiva, prevalentemente strumentale, e ancor più rivolta verso l’esplorazione di nuove forme sonore rese manifeste da un riuscito tentativo di fusion tra tematiche di stampo orientale ed occidentale, tanto da creare le basi per la nascita di una sorta di world music ante litteram.

Gli album sopra menzionati propongono una miscela sonora accattivante, prodigiosa, evocativa, a tratti persino sperimentale, che trova modo di concretizzarsi nella presentazione/esposizione di paradisi elettroacustici di rara intensità emotiva. In alcuni brani, come per esempio ''Easty'' da ''Floating World'', affiora una certa affinità con i teutonici Can che tutti ricorderanno come uno dei gruppi più preparati e originali di questo scorcio di secolo, tuttavia i Jade Warrior possiedono una originalità compositiva e comunicativa che li rende unici, inconfondibili, incomparabili esecutori di un misticismo tradotto in note tanto suggestivo quanto straordinario e trascinante.

La sensazione di partecipare ad un interscambio di energia positiva è in netta evidenza e trova modo di manifestarsi attraverso l’esposizione/ascolto di temi sonori dai connotati ora frenetici e in forte accelerazione (''Red Lotus'', ''Monkey Chant'' da ''Floating World'' – ''The Emperor Kite'', ''Wind Song'' da ''Kites'') ora serenamente eterei e fluttuanti (''Rainflowers'', ''Memories Of Distant Sea'', ''Quba'' da ''Floating World'' – ''Wind Borne'', ''Land Of The Warrior'' da ''Kites'').

Tra i quattro lavori, ''Way Of The Sun'' in particolare risulta essere superbo, grandioso, più che originale, ricco di trovate meravigliosamente efficaci, dove raffinati tappeti percussivi riescono a muoversi all’unisono con giri armonici di basso arditi ed implacabili, mentre su questa materia ritmica affiorano ciclicamente trovate e intuizioni sonore non meno che geniali.

''Waves'' rappresenta certamente il lavoro più ambizioso dei Jade Warrior; costituito da un'unica suite di circa 43 minuti, si fregia di essere il frutto ottimamente riuscito di una entusiasmante e salutare immersione nel misterioso universo sonoro orientale senza però per questo perdere di vista la propria identità e mantenendo intatte le proprie radici culturali.

In definitiva la musica dei Jade Warrior del periodo Island è assimilabile ad un intrigante flusso sonoro di matrice etnico/psichedelico/orientale impreziosito da fraseggi folk, rock, blues, jazz dal quale emergono un uso insolito delle percussioni, improvvisi echi esplosivi di chitarre elettriche, delicati passaggi in stile new age, originali sussurri di chitarre acustiche ed hawaiane, curiosi ed inconsueti giri armonici, il tutto guarnito con una dovizia di particolari cromatici ai più sconosciuta e, onestamente, oggi senza eguali per la fragile ed onesta delicatezza espositiva.

Tra alti e bassi, lutti, ricorrenze e collaborazioni pure eccellenti, la carriera dei Jade Warrior si esaurisce nel 2008. (Moreno Lenzi)