MANTRA3  "Andata e ritorno"
   (2024 )

Il primo impulso nell’ascoltare il disco è quello di catalogarlo (so che il termine non è dei più graditi agli artisti) al genere alternative rock. Purtuttavia, proseguendo nell’ascolto, oltre ad apprezzare il livello della produzione e la bella resa naturale della batteria, soprattutto nel brano ''Stati di alienazione'', riaffiorano altri elementi più classic rock.

Mi riferisco agli assoli di chitarra, agli arrangiamenti che questa presenta nei brani, unita ai tempi di batteria ed alle parti del basso, che a volte segue pedissequamente la voce. Questo unito, in particolare su questa canzone, mi fa pensare alla commistione tra il cantato di Ian Curtis e le sonorità accessorie, con il proto stile degli U2 degli esordi, caratterizzato da effetti ambient enfatizzati specie sulla chitarra.

Poi i suoni della chitarra e le svisate potrebbero inizialmente sembrare quasi fuori luogo, ma poi si capisce che sono il marchio di questa band italiana.

Gli elementi per proseguire verso una ulteriore maturazione, che solo certi ambienti di addetti ai lavori possono dare, ed una crescita sotto ogni punto di vista, ci sono tutti, e almeno in questo album sono stati trattati al meglio. Evidentemente, anche per la stessa ammissione del gruppo, la reclusione (lockdown) nel tempo della pandemia ha avuto anche residui effetti positivi. (Johan de Pergy)