BISCOTTI BISCOTTI  "Musica maggica"
   (2024 )

Non è la cosa più strana, il fatto che quest'intero album sia stato realizzato in un giorno solo e su una musicassetta. E neanche il fatto che si chiamino Biscotti Biscotti. La cosa più curiosa dell'album “Musica maggica”, è che queste brevissime canzoni, intervallate da intermezzi ancora più brevi, stiano a metà tra il serio e il faceto. Tra poesia e humour. Tra malinconia e goliardia!

Gli intermezzi si chiamano “Magia”, numerati dall'#1 all'#8, mentre le canzoni sono dedicate ai pianeti e satelliti: “Luna”, “Sole”, “Venere” e così via. Gli strumenti registrati sono: chitarra acustica ed elettrica, percussioni, sassofoni, basso elettrico e voci. Ivan Maddio è la mente principale, autore delle musiche e di tutti i testi (tranne quello di “Magia #8”). Cantano tutti e cinque, ma la voce protagonista è quella di Elisa Milea. Anche se l'andamento è frenetico, ci sono tanti avvenimenti repentini da segnare.

“Luna” è in siciliano, in un ritmo terzinato, che però alla fine accelera improvvisamente. L'atteggiamento vocale di Milea è spesso e volentieri naïf, così com'è la forma delle parole che canta: “Quando sono triste sono mia madre (…) E faremo ancora la bicicletta coi piedi”. “Venere” è una delle canzoni con più contrasto tra la leggerezza giocosa della musica, e la drammaticità del testo: “I ciliegi sono già in fiore, speriamo almeno le gemme non muoiano. Portiamoli sui guard-rail e diamogli fuoco, bruciamoci gli occhi e spegniamo le lacrime. Abbracciami e fammi affogare (...) siamo due stupidi, siamo così stupidi, che bello lalalala”.

Lo stile è affine al folk siciliano, con quella chitarra in levare in staccato, come in “Magia #5”, mentre Ivan (credo sia Ivan) canta di un tostapane volante e imita un citofono... “Mercurio” è la canzone più ubriaca. La voce femminile viene doppiata dal coro maschile solo su alcune parole, ma non su una metrica prevedibile, quindi ogni tanto veniamo sorpresi da questi vocioni esilaranti, fino a far ubriacare anche le parole: “Libro abbandonato, ato, dobberman inseguito, ito, scusi per il ritardo, ardo, biscotti montano il palco, palco, fare un incideeeeeeeeeeeeeeente”.

Altro momento clou, l'inizio di “Marte”. Parte come una melodia mediterranea, fatta dai sassofoni e dal basso. Arriva la voce di Elisa a cantare, tutta gioiosa: “Bombardiamo la barriera corallina!”. Tutti si fermano, e la chitarra elettrica caccia una bomba al wahwah, che per 5 secondi fa ricordare le bombe di Hendrix, aggiunte all'inno USA nel '69. La melodia mediterranea non tornerà più: la canzone si trasforma in un 6/8 sonnolento, mentre arrivano ricordi d'infanzia irriverenti: “E il bello di mangiar da sola da bambina, è non dover lavare le mani prima di mettersi a tavola”.

“Giove”, è inequivocabilmente seria, e onirica: “Entra dalla finestra una luce timida, non riconosco quegli occhi e se ne accorgono, mi fissano, così blu. Precipitiamo ed eravamo così vicini alla cima, ma mi sono distratta, questo cielo è così blu. La tua voce arriva da così lontano, che mi pare abbia un altro alfabeto, segreto a me, la tua bocca è così blu”.

“Saturno” è un 7/8 balcanico. Anche qui: beffa o poesia? “Gli uomini piangono e ridono come bambini. La coperta è troppo corta, il mostro sotto al letto mi mangerà. Se quella stella è la mia nonna, guarda quanti amici nuovi ha. Mi fa paura l'insicurezza che nascondo sotto al mio cappotto-to-to-to-to-to-to”. Nell'agitata “Cielo”, si arriva al fulcro del non prendersi sul serio, e si pensa alla “inutile quanto catartica urgenza di sentirsi all'altezza, ma all'altezza di chi? (…)”. La canzone si interrompe con un colpo di tosse!

L'album è chiuso dai 36 folli secondi della “Sigla”, così: “Guarda lì un termosifone, solo solo infreddolito, chi non muore si risiede, penso troppo, quindi ciao!”. Insomma, “Musica maggica” è una goliardata poetica. Ai Biscotti Biscotti ci piace babbiare, e babbìano forte! (Gilberto Ongaro)