SARA & SYNTHOMATICS  "Take care"
   (2024 )

E’ già un decennio che ci consegnano lavori elegantissimi, ed ora che, nel nuovo album “Take care”, arruolano la raffinata singer Sara Rotunno (già corista di Achille Lauro e del Duni Jazz Choir), provate ad immaginare la qualità apicale che ha raggiunto la band pugliese dei Synthomatics, collettivo sempre pronto a rimettersi in discussione alzando l’asticella con lavori volti, in ogni occasione, ad ambire a nuovi preziosismi, non forzati ma equipaggiati della spontanea grandezza di musicisti quali sono.

Ebbene, gli otto pezzi dell’opera sono ricamati con tante di quelle suggestioni soul, psico-prog e nu-soul che, della variante esecutiva, ne fanno un vistoso fiore all’occhiello, e i tanti bagliori esecutivi sono quelli che ritemprano nobilmente l’anima, elargendo ottimismo sul futuro della musica in generale.

Stiamo parlando di palati sopraffini, che mai saranno sviluppati da gente pop-pettara e che, invece, delizieranno tutti quelli che sanno percepire la musica che conta e che può essere oggetto di belle esclamazioni.

L’olivetta introduttiva della titletrack è un ottimo assaggio di un aperitivo analcolico, perché tanto la gustosa sbornia uditiva vi arriverà con le altre sette sorelle, come la fascinosa “Nardis”, il mirabile soul-funky di “Self praise”, la destrezza jazzy di “Your name” e, se volete incanti semi-blues, “Empy blues” fa al caso vostro.

Troppa diversità in famiglia? Macché! Ben vengano le sponde soul-ambient di “Confession”, episodio caratterizzato dal grande espressionismo d’ugola della Rotunno, la vera forza motrice del motore stiloso dei Synthomatics. Anche se, a onor del vero, le lodi van condivise insieme a tanti ospiti fin qui sfilati, come Aldo di Caterino, Nanni Teot, Lgndee e Gaetano Partipilo nella vellutata e carezzevole “Precarius balance”.

Non c’è che dire: davvero un gran bel collettivo, questo, formato da elementi dalla fitta esperienza live, che riassumono nei dischi il meglio da loro incamerato in carriera. Un’opera dal completo coinvolgimento sensoriale per finezza e fascino strutturale. Che classe! (Max Casali)