STEFANO BARIGAZZI  "World is melting"
   (2024 )

Se il “Mondo si sta sciogliendo”, come si evince dal titolo del disco di Stefano Barigazzi, è solo perché viene inondato da 8 brani dal calore avvincente e da un perlage di suoni superlativi tra blues, alt-rock, funk e rigagnoli di afro-beat.

Decisamente una formula interessante, ricavata da un luminare della ricerca, forgiata nei viaggi effettuati tra New Orleans, Marocco ed infine in quel ricco parterre di suggestioni ed ispirazioni che è il quartiere palermitano di Ballarò.

E’ proprio In tutto questo errare nel globo che il cantante e chitarrista emiliano ha potuto addensare tanta di quell’esperienza preziosa per abbellire, non poco, il sound sopraffino di “World is melting”, che spalanca le sue porte col primo singolo “Trembling Bones”, che vive di un’aurea soprannaturale, come fossimo posseduti dalla pizzicata di un veleno scatenante di afro-elettronica, quasi similarmente ad “Apathy”.

E, visto che si parlava di Palermo, i riferimenti ispirativi non si fanno attendere in “Mess confusion”, immersi in contemplazioni di tentazioni, eccessi e humus notturni. Per chi poi riuscirà ad accaparrarsi una copia della limited edition del vinile, diciamo che il lato “A” si chiude con l’estasiante “Drift away”, trattata magistralmente da Stefano, che l’incornicia in un mood rarefatto ma d’alto pregio, mentre “Rust” rialza decisamente i toni più aspri con un’acustica muscolare, e poi la titletrack ha il talento di dividersi tra due identità ben distinte: tratteggiata prima da forti accenti, e poi spianando terreni vergini di psichedelia evocativa.

Il mantrico afro-blues di “Taroudant” volteggia ossessivo verso orizzonti musicali importanti, ispirati proprio dalla città marocchina in essere e, per chiudere il discorso, il lungo arpeggio filo-grunge di “What’s done is done” è l’ottava meraviglia di un’opera virtuosa e potente, riverberante di effetti solidissimi, contagiosi e virali, innestati da un talento del pentagramma che, con appena 28 primavere sulle spalle, fa centro al primo colpo. Che botta! (Max Casali)