OASIS  "The masterplan (25th anniversary remastered edition)"
   (2024 )

La nota stampa allegata al disco si conclude così: “Canzoni così belle che sarebbero state singoli per qualsiasi altra band”. Io aggiungo: “queste, signore e signori, sono le B-side degli Oasis!”. Dischi che fanno piacere alle orecchie e arruffano i peli delle braccia.

Che bello, che bravi! Che bello: avere tra le mani una delle versioni celebrative di questa riedizione di ''The Masterplan''. E per celebrare degnamente i 25 anni dalla prima pubblicazione ce ne sono di tutti i colori: CD, musicassette color crema, doppio vinile in edizione limitata argento, marmo verde e nero e LP neri.

Che bravi: come suonano, come coinvolgono, sembra di tornare agli anni '90 quando questi ragazzi erano sulla bocca di tutti: in quel periodo facevo regia al programma del mattino di una mia bravissima collega, Claudia Pasquali, e ogni suo lancio era un elogio a questi ragazzi di Manchester.

Sto ascoltando e riascoltando le tracce, soffermatevi al minuto 2 di ''The Swamp song'' e lasciatevi trasportare... che ne dite? Che suoni coinvolgenti, peccato che alcune registrazioni, pur rimasterizzate, non siano chiarissime, suonano un filo impastate, ma va bene così, siamo di fronte a registrazioni storiche e i miracoli non si possono sempre fare.

Il disco è la raccolta di lati B originariamente presenti nei singoli dei primi tre album degli Oasis, "Definitely Maybe" (1994), "(What's The Story) Morning Glory?" (1995) e "Be Here Now” (1997). All’epoca sono passati, soprattutto tra noi programmatori musicali, in sordina. Soffermatevi invece all’ascolto di brani come ''Half the world away'', la registrazione migliore: la separazione dei suoni, l’incontro delle corde di chitarra, sentite come son ben amalgamate alle voci dei Gallagher, delizia...

Insomma, un disco da non perdere, soprattutto se si vogliono conoscere le basi della musica anni '90, che ovviamente ci portiamo nel 2024 con grande gusto.

P.S. il disco si chiude con ''The Masterplan'' (ovvio, direte voi) che costringe ad alzare il volume a manetta, alzarsi, cantare e saltare sul pavimento. Al diavolo i vicini. (Marco Camozzi)