JEAN-BAPTISTE GEOFFROY  "Local exoticism"
   (2024 )

Non so dove abitiate, voi che leggete. Ma vi capita mai di sentirvi turisti nella vostra città? A me sì; abitando in provincia di Padova ma non a Padova, quando vado nel capoluogo, a parte le piazze centrali, trovo sempre qualche palazzo, qualche monumento, qualche viottolo che non avevo mai esplorato. Perfino a pochi chilometri dalla casa in provincia, vicino all'argine di un anonimo canale, c'è una villa storica, che in più di 30 anni non avevo mai notato. Forse qui in Italia, è una sensazione particolarmente condivisa. Per non parlare del contatto con la natura.

Ed è con la natura che arriviamo a Jean-Baptiste Geoffroy, con il suo lavoro “Local Exoticism”, uscito per Forms of Minutiae Records. Il titolo è un ossimoro: l'esotismo si attribuisce a ciò che è remoto, lontano, magari ad un popolo lontano dal proprio. Dire “esotismo locale” significa notare qualcosa di insolito, in una zona che ci appartiene. Geoffroy abita lungo le rive della Loira, fiume che attraversa la Francia, e ha deciso di registrare i suoni dell'ambiente, in un raggio di 2 km da casa sua. Forse le orecchie non notano, quanto notano gli strumenti di ripresa per il field recording.

Ne esce una mezz'ora, suddivisa in due tracce, di immersione totale nella fauna, soprattutto fatta di volatili. Se nella prima traccia sentiamo chiaramente lo scrosciare dell'acqua, dopo un po' quello che prevarica sono i cinguettii, i richiami, il frinire, il tubare, insomma gli uccelli che comunicano (comunicano o si esprimono? Per gli animali c'è distinzione tra comunicazione ed espressione, come per gli umani? Dilemma arduo). Ascoltiamo ogni tanto dei drones, ma non c'è elettronica: ogni fonte sonora, anche quando rallentata, accelerata o pesantemente equalizzata, proviene dalla natura. Non ci sono sintetizzatori.

L'esperienza è avvolgente e, a seconda di chi ascolta, rilassante o perturbante. Si può provare un senso di pace e consapevolezza, oppure smarrimento e straniamento. Perché molti versi di animali sono riconoscibili, ma nell'apparente casualità della natura, la mente umana inevitabilmente cerca dei collegamenti, e l'esito in quel caso è surreale. In ogni caso, un'immersione da provare! (Gilberto Ongaro)