ALBUMINE  "Domestic routes"
   (2024 )

Itinerari domestici, un viaggio dentro le mura di casa. Uscito per Shuttle Records, “Domestic Routes” è il suggestivo titolo dell'album d'esordio degli Albumine, progetto di band del tastierista e produttore Claudio Giorgi. Tra i credits leggiamo nove nomi, impegnati alla voce, chitarra, basso, batteria e programmazioni.

Uscito in vinile, il lato A è una suite di sette brani uniti. I suoni synth avvolgono un lavoro che sta a metà tra l'ambient e il pop rock, ed è evidente l'influenza di Peter Gabriel, non solo nella scelta della voce graffiata di Mark Hadley, ma anche nelle scelte compositive. Nella suite infatti, possiamo riconoscere quel sinuoso basso (suonato da Maurizio Suraci) che imita lo stile di Tony Levin, così come quei ritmi downtempo, come quello di “Lost in translation again”.

Nella suite, intitolata “The River Suite”, la voce di Hadley canta del fiume e della paura di sprecare il suo tempo: “I watch the river flow (…) I don't want to waste my life (…)”. L'introspezione conduce al brano finale della suite, “By the wall”, dove la voce femminile lo accompagna con una melodia sognante, mentre lui continua: “I was standing by the wall, no reflections (…) kind of whispers in my brain”. I suoni qui si aprono, con un assolo di tastiera, e il videoclip dedicato a questo brano aggiunge l'estetica del bianco e nero rivolto all'acqua. Visto che l'influenza di Peter Gabriel è praticamente pervasiva, lo è anche nell'immagine, ricordando le foto presenti nel libretto di “Up”, con tante gocce immortalate sui toni grigi.

Il brano “The Club”, all'interno della suite, presenta la voce di Roger Bunn, storico musicista scomparso nel 2005, che nel '69 pubblicò il suo unico album “Piece of mind”. Lui, col suo basso, aveva collaborato con Jimi Hendrix e i Roxy Music, ed ora possiamo riascoltare la sua voce restaurata. Altri ospiti (vivi) sono PaPa Shiraz, che in “Lost in translation again” dà il suo contributo rap, con delle barre pronunciate a bassa voce, coerentemente con il mood dell'album, e nello stesso brano canta anche l'argentino FausIvan. “The Club is closed” fa incontrare l'elettronica con il bouzouki.

“Domestic Routes” è un esordio con una precisa direzione estetica, noncurante delle mode, ma che si spera possa anche influenzarle, essere d'ispirazione. Il synth pop elettronico, con i suoni così aggiornati, non suona vintage ma contemporaneo. (Gilberto Ongaro)