ANDREA PAGANI  "You must believe in strings"
   (2024 )

Il pianista e compositore Andrea Pagani, attivo da anni nel cinema e nel teatro, seleziona alcune delle sue composizioni e le pubblica nell'album “You must believe in strings”, uscito per Art Sound And Vision. Titolo significativo, “Devi credere negli archi”, dato che le musiche per pianoforte sono accompagnate dall'orchestra, e stanno a cavallo tra il jazz e la composizione di colonna sonora, con diversi picchi emotivi.

La melodia malinconica di “A tear on my chest”, fa da contraltare alla successiva “Cristal”, brano dal ritmo latino, con melodia di violino e sostenuta da batteria e percussioni. In “56 mois à Crosset”, inizia l'orchestra, intonando un tema struggente, di quelli proprio da “Ladri di biciclette”, da strapparsi i capelli piangendo, mentre padre e figlio se ne vanno tristi e umiliati per la strada; ma presto arrivano batteria e pianoforte, a riportare un po' di sobrietà.

Non mi sorprende, che nel 2007 Pagani abbia vinto un Gold Disc Award con “Le storie d'amore” in Giappone, prodotto da Makoto Kimata. I giapponesi ci vanno a nozze, con questo stile europeo, fatto di momenti emozionanti, tenuti a bada da scelte armoniche raffinate (settime maggiori, undicesime, ecc). “Nick's dreams” è un esempio di sospensione, al pianoforte Pagani suona romantico, ma non si arriva mai a stracciarsi le vesti. “La passeggiata” si concede più commozione, sempre moderata: la melodia del pianoforte è seguita da un coro di voci di “mmm”, poi si torna ad una malinconia più contenuta in “Sad walk in Rome”, mentre in “Lullaby for the sea” ascoltiamo un elegante assolo al pianoforte.

Ma nel primo brano e in questo, il suono protagonista è un altro, quello di una certa armonica a bocca, quella cromatica, che per comodità di comprensione, posso associare a quella di Stevie Wonder in “Isn't she lovely”. Con il 3/4 di “Occhi verdi”, l'emozione è libera di fluire, senza undicesime o tredicesime, anzi con varie progressioni in diminuito, con una melodia che fa venire voglia di abbracciarsi.

Un'introduzione quasi da corso per attivare i chakra, o cose così, sembra far cambiare direzione all'album, in “Meditazione”; ben presto però, si torna a quella filigrana jazz orchestrale. Ed infine, la melodia di “When my dog's dreaming” è eseguita dal sax, mentre piano, batteria ed orchestra procedono sommessamente... forse per non svegliare il can che dorme!

La competenza nella composizione si sente tutta. Diverse di queste musiche si possono ritrovare tranquillamente in una fiction Rai, o in un biopic dedicato a qualche personalità del jazz, sul viale del tramonto, che rivive i propri travagliati ricordi, sorseggiando cognac. “You must believe in strings”, but also in Andrea Pagani's skills. (Gilberto Ongaro)