LILITH AND THE SINNERSAINTS  "I need somebody"
   (2007 )

Navigando qua e là, sul web, troverete da più parti la nostra Lilith catalogata come "la Marianne Faithfull italiana". In effetti la voce, graffiante ed accattivante, ricorda non poco quella dell'ex compagna di Mick Jagger. Ma sarebbe riduttivo incastrare Lilith nelle vesti di semplice clone o, al massimo, di imitatrice. Lei è tutt'altro. Intanto era l'anima dei Not Moving, gruppo che forse, ora, ai più dirà poco, ma che in verità ha scritto la storia della musica alternativa tricolore degli anni '80. Questo suo nuovo progetto solista arriva a quasi dieci anni dal precedente album, il sorprendente esordio intitolato "Stracci", del ’98, ed è un E.P. che precede il nuovo, vero album dal titolo "The Black Lady And The Sinnersaints", previsto per il prossimo aprile. In questi 5 brani c'è già, comunque, una traccia ben precisa del percorso che l'album seguirà pedissequamente: la rilettura del rock-blues d'autore. Il brano apripista è la celeberrima "I need somebody" degli Stooges, interpretata con stupefacente candore ed amore: dopo di che, una dopo l'altra, arrivano altre 4 canzoni filate, senza possibilità di tirare il fiato. Decisamente superiore è la cover della perla "For what it's worth" di Stephen Stills, nella quale la voce (sognante e sofferta) di Lilith ricorda davvero tanto quella della Faithfull. C'è grande mestiere, c'è grande amore, c'è grande passione in questo disco: nella title track come nei seguenti brani (tutti live) l'ulteriore filo comune è l'amore per una stagione musicale decisamente irripetibile. Non occorre avere 40 anni per gustarsi queste atmosfere: la musica, da allora, è cambiata meno di quanto sembri. Per fortuna. E per merito di gente come Lilith. (Andrea Rossi)