FIFTY ONE  "Love/Hate"
   (2024 )

Ho una teoria: chi fa punk californiano – o musica in quei dintorni - difficilmente può sbagliare un disco.

Nel senso: è musica che dà quanto promette.

Non fanno eccezione i Fifty One, band che con vivo trasporto ed appassionata indole rilegge con spavalda irruenza la lezione impartita dai ben noti numi tutelari d’oltreoceano. Quartetto francese nato nel 2015, originario di Tarbes nei Pirenei, pubblicano per M&O le dodici tracce veementi di “Love/Hate”, quarantaquattro minuti di mitragliate sparate a gran velocità, compendio di elettricità fragorosa, basso pulsante, ritmo incalzante, cori sgolati, ritornelli anthemici. Insomma, tutti gli ingredienti che la ricetta prevede, miscelati con la sincera devozione degli adepti ai loro maestri e modelli. Hanno spirito combattivo e l’energia che si conviene, dispensata in un pugno di canzoni vivacissime ed efficaci, condite da riff assassini e chorus memorabili (“In My Head”, “Our Paradise”), in un moto perpetuo che non concede tregua né requie.

Introdotto dal violentissimo strumentale “Adios Motherfucker”, l’album inanella una nutrita serie di brani killer, dando ampio sfoggio di personalità quando inietta nel tessuto base elementi di stampo metal: gli episodi più interessanti e distintivi sono proprio quelli (“Stroke of Midnight”, “Silly TV Shows”) in cui è maggiormente apprezzabile il tentativo di affrancarsi dagli stilemi di genere, alla ricerca di un suono che possa divenire col tempo un marchio di fabbrica. Per ora sono convincenti, solidi, godibili. (Manuel Maverna)