ROGER BALLEN, MASSIMO PUPILLO & GABRIELE TINTI  "Fragments"
   (2024 )

Le poesie di Gabriele Tinti, le immagini spiazzanti di Roger Ballen e il mondo sonoro di Massimo Pupillo danno vita a Fragments, un disco (uscito per Unsounds Records) dove la recitazione cupa e originale di Ballen si fonde magistralmente alle parole di Tinti e alla musica firmata da Pupillo, il tutto teso a ricreare, nelle parole degli autori, una “primordial cave”.

I tre movimenti che formano Fragments, lunghi brani visionari e trascinanti, sembrano volersi connettere a qualcosa o a qualcuno che è intrinsecamente e contemporaneamente divino e inquietante. I titoli, “Cor Pro Corde” e “Animam Pro Anima”, in latino, dei primi due pezzi, della durata di circa venti minuti ciascuno, ricalcano proprio la volontà dei tre artisti: esplorare le grotte del passato e della mente intesi come i luoghi di sepoltura nelle quali il morto, nella lontana antichità, veniva “sfamato” dal sangue di animali sacrificati in un atto primigenio e circolare che l’uomo paleolitico eseguiva.

Figurativamente, i due brani paiono ricreare di fronte a noi quella terribile e al tempo stesso affascinante scena: la voce roca e profondissima di Ballen pare riecheggiare dalle profondità cavernose che i ritmi elettronici, sincopati e lacera(n)ti creati da Pupillo contribuiscono a creare, e i frequenti e ben preparati cambi di rotta conducono l’ascoltatore in viaggi nel tempo e nello spazio difficili da descrivere. La coda del disco, un altro lungo movimento di venti minuti, si allontana dalle tematiche che contraddistinguono i primi due pezzi, volendo essere il tentativo di Massimo Pupillo di creare una colonna sonora per il film “'Ill Wind” di Ballen, girato nel 1972, dove il protagonista riesce a trovare una morale sisifea nelle sue sofferenze, un altro disorientante pezzo di un puzzle che questi artisti hanno saputo straordinariamente cucire e spezzettare davanti ai nostri occhi per rendere la nostra ricerca durissima e potenzialmente infinita.

Fragments, per tutti questi motivi, non può lasciare indifferenti nel suo essere arduo e nel suo riuscire a creare una curiosità morbosa e malagevole, che in un primo momento può anche lasciare esterrefatti e allontanare anziché avvicinare; una volta iniziata l’esplorazione, però, le sue solide radici e le sue avanguardistiche ambizioni, nonché le sue sincere e talvolta atroci rivelazioni, finiscono per ipnotizzare e immergere in maniera totalizzante e perturbante il pellegrino che ha iniziato questo viaggio. (Samuele Conficoni)