GIACOMO TANTILLO  "Bandistikamente"
   (2024 )

“Volevo dire di no, quando la banda passò, ma il mio ragazzo era lì, e allora dissi di sì”. Così cantava Mina nel '67. La banda sfila nelle città, suonando fiati e tamburi, e Giacomo Tantillo la fa marciare verso gli studi di registrazione, per incidere “Bandistikamente”. Il trombettista siciliano ha fatto una lunga ricerca nella tradizione bandistica, proponendo un repertorio ibridato, di musiche prodotte e arrangiate con nientemeno che Roy Paci, che duetta con Tantillo negli assoli.

L'ibridazione sta nel fatto che la sessione ritmica (batteria, basso elettrico e tastiere) suona ritmi diversi da quello di marcia: funky in “The King”, disco in “Cuore abruzzese”, reggaeton in “Ligonziana” e così via. Invece i fiati, in più occasioni si mantengono marcianti nel ritmo, comportandosi come farebbero normalmente in una situazione usuale “da banda”. Qui sta l'ibridazione: il rigore dei fiati che si incrocia col ritmo sincopato. E, strano a dirsi, funziona!

La banda non è sempre fissa così. Ad esempio, in “Cocus”, anche trombe, tromboni e sax suonano con accenti spostati dai battiti principali, e si vola nel jazz. Nella suddetta “Ligonziana”, non posso non sottolineare un assolo impossibile di piano. Sempre al piano, ne “L'Orientale”, mentre la tromba fa un'improvvisazione sopra un pedale (cioè un accordo solo prolungato), il tastierista esegue delle modulazioni “d'inganno”, nel senso che sembra aprano a chissà quale passaggio in tonalità, e poi invece tornano all'accordo di partenza. Scuola Monk!

L'elemento folk non viene dimenticato, e una voce abbagna (urla) in “Zingarella”, brano smaccatamente dance che ammicca al balcanico. In “Nanni” invece, è presente un insolito (per la banda) low whistle a doppiare gli ottoni, è uno strumento che si sente più spesso nella musica folk irlandese. Qui l'effetto è di ricchezza timbrica, di tanti colori.

Inutile scrivere tante parole sugli assoli: sono tutti davvero virtuosi, e coinvolgenti da ascoltare. È proprio vero: quando la banda passa, ogni tristezza passa! (Gilberto Ongaro)