LOREENA MC KENNITT  "The road back home"
   (2024 )

Il ritorno improvviso di Loreena McKennitt si mette opportunamente di traverso a quella che definirei come una imperante pseudo idea di musica. Per fare qualche esempio, si potrebbe pensare a produzioni di suoni e ritmi di facile presa, totalmente sintetici e costruiti da permetterne l’ascolto con lo smartphone. Oppure ancora alle canzoni “trap”, schegge impazzite del ben più nobile hip – pop e che riassumo uno stile di diversi e spesso discutibili linguaggi di disagio metropolitano.

Per chi non conosce l’artista di Morden, l’ascolto di ‘The Road...’ potrebbe quindi spiazzare. Forse esagero se immagino un pizzico di impreparazione nell’affrontare musiche suonate quasi interamente da strumenti acustici. Sono suoni che a me, per esempio, riescono a dipingere nella mente paesaggi pacati e rassicuranti. Uno su tutti il particolare ricordo di quando, da militare di leva, sospiravo guardando l’orizzonte dal finestrino del treno, mentre tornavo a casa. È chiaramente un flash, ma mi permette di mettere in risalto la bellezza che a volte assume la malinconia. Oppure momenti in cui si ha avuto l’opportunità di assaporare una specie di armonia con la gente ed il Creato. Spesso anche con sé stessi. Sembrerebbe impossibile che il quasi magico potere di queste musiche possa possedere una forza tale da riuscire ad evocare tutto ciò.

Da sempre Loreena McKennitt porta in giro la sua musica, compreso un suo modo di stare insieme alla gente. Ha cominciato ormai anni fa in maniera molto semplice, come facevano molti musicisti una volta quando non c’era internet, armata di cassette, lettere scritte a mano, buste e francobolli. Oggi gestisce la sua musica con un’etichetta, ma la polistrumentista canadese è nel frattempo diventata tra le più importanti e rappresentative artiste di musica celtica del mondo. ‘The Roads Back Home’, ovvero quella strada alla quale facevo cenno poco fa, potrebbe essere anche uno di quei ritorni che la nostra mente elabora quando si riflette sulla storia di una o più persone, quando cioè il con-vivere era più semplice, come lo erano anche i rapporti tra le persone... Quando a pensarci, ancora ci si commuove per una qualsiasi bellezza.

‘The Road...’, che è un live registrato durante un festival in Canada, ripercorre la carriera di un’artista che ha molto lavorato per la bellezza e per la gente, in nome della vita. Oggi, un disco del genere secondo me assume un valore del tutto particolare e soprattutto senza rimandi anacronistici. Non mi riferisco a musiche e canzoni di moda negli anni ‘70, e se anche fosse (non lo so ed onestamente non mi interessa saperlo) non avrebbe comunque alcuna importanza. Queste note liberate vengono dal cuore, passano attraverso il corpo del musicista ed il legno degli strumenti, flauti, arpe o chitarre che siano.

Poi c’è la voce di Loreena, incantevole, una fata dai capelli rossi, che ancora una volta sembra uscita da una cartolina irlandese. (Mauro Furlan)