DAVID NEWLYN  "Encouraged to lose"
   (2024 )

Il nuovo lavoro di David Newlyn, “Encouraged to lose”, uscito per Sound In Silence, è una mezz'ora di contemplazione sonora e mentale. È la quarta uscita per quest'etichetta, ma Newlyn in realtà ha prodotto molti Ep ed Lp anche per altre etichette. I suoi loop, e l'atmosfera che crea attraverso di essi, è ipnotica e trascinante.

Mi permetto di rubare le parole del comunicato stampa, perché raramente questi ultimi vengono scritti con una tale pertinenza descrittiva: “Minimal pianos, haunting melodies, hazy synths (…) rusty electronics”. Soprattutto “hazy” e “rusty” sono gli aggettivi più azzeccati: questa musica ambient è nebbiosa e arrugginita. I glitch, i rumori di fondo, i campionamenti, e soprattutto i pad ondulanti (suoni prolungati e morbidi), creano una situazione morbida ed avvolgente, che dà vita ad una sorta di nostalgia cibernetica. Ad esempio, nella traccia finale “17th out of 19”, i frammenti di rumore sui quali si basa la musica, sembrano input di una linea telefonica che prende un po' male, un'immagine di schermo televisivo senza segnale, quella granulare in bianco e nero che da piccolo mi descrivevano come “formichine”.

Le note di pianoforte di “March” sono poche e fluttuanti nel vuoto. Il vuoto però non è silenzio completo: il fruscio di fondo diventa parte integrante della composizione. “Under the Lifeboat Pier” invece prolunga un suono più elettronico, snocciolando ogni frequenza possibile, mentre in lontananza un sibilo cerca di mettersi in contatto con noi, come un apparecchio elettrico che non riesce ad avviarsi. “A secluded scene” sembra riprendere le note di pianoforte di “March”, ma abbassate di volume e inserite in un contesto timbrico più “nasale”, grazie a degli arpeggi sintetici per l'appunto “arrugginiti”.

Incuriosisce il significato del titolo dell'album. Come può chiamarsi “Incoraggiato a perdere”? Almeno alle mie orecchie, in questa dilatazione del materiale musicale, non ci sento nulla di depressivo, o rassegnato. È una meditazione molto serena sui loop, rilassante e lenitiva. Forse, in “A strange kind of confusion” si può percepire una nebbiosa malinconia, il sound fa pensare a scenari cyberpunk, degni di Blade Runner. Ma è leggera, non è una gran tristezza. Se non c'è già un videoclip, con questa mi immagino una schermata di Windows 95, con la scritta “È ora possibile spegnere il computer”, alternata al vecchio salvaschermo dai colori cangianti.

Forse, con “perdere” si intende incoraggiare a diminuire l'eccesso di dettaglio, di precisione, nella creazione delle forme d'arte attuali (siano musicali o visive); perdendo definizione, probabilmente guadagniamo in capacità evocativa. Ma questa è una mia sovrainterpretazione, dato che io, astigmatico, spesso preferisco guardare la realtà senza occhiali, perché mi piace quello “sfuocato” naturale che la scarsa vista mi ha donato; sembra di vedere un sogno ad occhi aperti. E forse proietto questa scelta estetica, nelle decisioni musicali di Newlyn: less is more. Magari, in questo caso non sono fuori fuoco! (Gilberto Ongaro)