ELEONORA BORDONARO  "Roda"
   (2024 )

Quante lingue esistono nel mondo? I linguisti hanno trovato una risposta di compromesso: circa 7.000! Ma in realtà, si tratta della via di mezzo, tra chi ne conta 5.000, escludendo certi criteri, e chi invece ne conta 10.000.

Come si distingue dal dialetto? Per i linguisti, non si distingue: il dialetto è una lingua che ha avuto poca fortuna. La lingua è un dialetto con la bandiera e l'esercito. Premessa doverosa, questa, per aprirvi la porta al... galloitalico! Siamo a San Fratello, in provincia di Messina. Questo paese di 3.500 abitanti mantiene vivo il galloitalico, che deriva dalla fusione di dialetti del Nord Italia, che si trova lì a causa dell'arrivo dei Normanni in Sicilia. Ma la particolarità di questo borgo, non è solo linguistica.

Eleonora Bordonaro, cantautrice e interprete di Paternò (Catania), si occupa di world music, ed esplora le piccole comunità della terra della Trinacria. In questo caso, approfondendo i sanfratellani, ha inciso il primo album in galloitalico, “Roda”, e l'argomento principale è quello dei Giudei. Che, stranamente, sono fortemente legati alla Settimana Santa. Mentre nel resto d'Italia, i cattolici fanno digiuni, cercano il silenzio, e restano sobri... qui arrivano i Giudei, col volto mascherato, vestiti sgargianti (“Culaur sgargient”) a strombazzare festosamente con le loro, appunto, “trombe dei Giudei”. La leggenda dice che qualcuno anticipò loro che Gesù sarebbe risorto, e per questo, mentre gli altri ne piangono la morte, loro anticipano la festa, sapendo già della lieta notizia, nella veste di “disturbatori”. Ogni volta, ci scrive Bordonaro, questo bisogna spiegarlo, ai turisti sconvolti.

Si tratta di una effettiva integrazione tra cristiani ed ebrei. La musica è davvero allegra. “Iermanimei” apre l'album con gioia, e da subito possiamo ascoltare il particolare suono di queste trombe a un pistone: suscitano ilarità! Emettono un suono sgraziato, che nelle note più acute stonano leggermente. Se cercate su YouTube, potete trovare gruppi di decine di musici, vestiti di rosso, giallo, con elmi in testa, e code di cavallo che scendono sulla schiena.

Il secondo brano, “Pinsier”, per l'occasione contiene un testo cantato, da una voce degli anziani, ma normalmente questo è un pezzo strumentale, suonato durante le celebrazioni. È in 3/4 come un valzer, ma lo chiamano “passata” (pasäri). Per essere in Sicilia, un settentrionale come me si sorprende, nel sentire quanto questa passata assomigli a uno schlager delle Alpi. Che bello, siamo sempre a “parlare di neve bianca agli aranceti” (cit.).

“Amisg” è una canzone più dolce, con arpeggi delicati di chitarra acustica e la morbidezza di una fisarmonica. Ma nel ritornello, riecco le trombe sbracate! Che doppiano la tenera voce di Eleonora. In “Culaur sgargient”, la chitarra acustica incalza un ritmo in levare, e questo, noto io, è assai tipico di tutta la Sicilia, è usatissimo in brani comici o satirici.

“Umbra vaganti” smorza i toni, entrando in un groove funky, per raccontare quando i Giudei si son dovuti nascondere: troppo colorati, nel Ventennio fascista. “Ciro Zziriàn” è dedicata a un giovane ubriaco, che i Giudei proteggono e accompagnano a casa. La canzone fa emergere il senso di comunità che si sa custodire. “La duntanänza” è dedicata alle donne, che cuciono i costumi dei Giudei, e qui possiamo apprezzare il mandolino che smandolina!

Infine, “Airàm uoi”, col suo connubio di folk ed elettronica, è la perfetta chiusura world dell'album, canzone chiusa dalle sole trombe monopistone, che intonano temi di marcia. E alla fine del disco, ho riascoltato due volte “Pinsier”. Giuro, ho le lacrime dalle risate, ma non sono risate di sfottò, è che proprio ti tirano su, fanno il solletico alle orecchie. Si sente tutto il calore, l'affetto di una comunità resistente all'omologazione. Queste sono proprio le cose da tutelare e salvaguardare! (Gilberto Ongaro)