PERTURBAZIONE  "La buona novella (dal vivo con Nada e Alessandro Raina)"
   (2024 )

Anche con questo disco, il capolavoro di Fabrizio De Andrè supera tranquillamente le insidie del tempo. Una dimostrazione del fatto che chiunque lo voglia interpretare con il cuore ne contribuisce alla grandezza. È magia che prende corpo quando ci si approcia ai poemi, oppure, se si vuole è l’eredità dei poeti.

La sacralità dei valori e l’empietà dei vizi sono aspetti che stanno alla base dell’esistenza dell’uomo. Hanno fatto meditare uno come De Andrè, finendo per coinvolgere anche la band di Tommaso Cerasuolo. Pure questa rilettura, pubblicata a quasi quindici anni dal suo debutto in pubblico e che la vede protagonista, è da pelle d’oca. Non in quanto al fatto che i Perturbazione si siano esibiti semplicemente con delle cover, ma perché, come ho detto sopra, si sono confrontati con una tra le maggiori e complesse opere di Faber, restituendola con una veste nuova.

Oltre a loro, un notevole e coinvolto contributo, lo danno anche Alessandro Raina e Nada, che uniscono la loro voce per un impasto sonoro ancora una volta distintamente folk. Il termine “folk” significa “gente”, ed i racconti contenuti nei vangeli apocrifi narrano storie tramandate da e per la gente. In molte di queste narrazioni sono protagoniste le donne, come del resto anche ne ‘La Buona Novella’. Uno dei motivi peraltro importanti, questo, che hanno spinto Cerasuolo e compagni a coinvolgere Nada appunto, una delle più brave ed intense cantanti italiane.

Considerati i tempi che stiamo vivendo, diventa anacronistico giudicare queste musiche con il piglio di chi critica una stagione culturale, anche se rivoluzionaria, legata agli anni ’60 e ’70. Ovviamente nessuno vieta di farlo, ma la scelleratezza dell’uomo purtroppo si rinnova di fatto con le generazioni, dando paradossalmente nuovo lustro ad opere mai invecchiate come questa.

Perturbazione è una band raffinata, nata verso la fine degli anni ’80 e composta da musicisti forse allora ancora troppo giovani per capire la decade precedente, nella quale De Andrè è stato protagonista. Ma non per questo le loro musiche, il loro pensiero sono stati meno interessanti, anzi. Un percorso artistico che parla da solo, che motiva senza spendere molte parole lo spontaneo incontro con il cantautore genovese. Considerati tra i protagonisti del rock indipendente italiano, in tempi non sospetti considerato anche “movimento”, la band di Rivoli si è sempre distinta grazie ad una proposta poggiata su solide strutture rock, inizialmente un po’ decadenti e minimali, ma ben collocate anche a livello internazionale ed indentificabili come post rock.

‘La Buona Novella’ dei Perturbazione sottende uno spettacolo dai tratti teatrali e riprende delicatamente contenuti ed affinità anarchiche nascosti e trovati da De Andrè nei racconti contenuti nei vangeli apocrifi. “Non voglio pensarti figlio di Dio” cantava Faber. Pertanto non è stato l’approccio di una rock band con un De André intoccabile. Sarei orientato piuttosto a pensare ad una sorta di intimo tributo, un attestato d’amore. (Mauro Furlan)