LINDA GAMBINO  "Unexpected"
   (2024 )

Uscito per Filibusta Records, “Unexpected” è il primo album jazz di Linda Gambino, italiana cresciuta negli Stati Uniti, e si sente che la sua voce è modellata su quelle delle storiche interpreti, come Ella Fitzgerald. Si sente infatti la scuola (di Fitzgerald e del Berklee College Music di Boston), nella sua versione di “Honeysuckle Rose”.

Sono tre brani originali di Gambino, e quattro standard. Partiamo da questi ultimi. “My favorite things” stranamente viene eseguita in 4/4, quando le due versioni più celebri (quella del musical e quella di John Coltrane) sono in 6/8. Questo comporta una diversa scansione ritmica della melodia, ma funziona lo stesso, trascinata nel veloce swing. Poi Gambino si lancia nello scat. Anche “Everything happens to me” viene fatta correre nello swing, rispetto alla versione romantica di Chet Baker. E qui possiamo ascoltare l'assolo di Andrea Zacchia, chitarrista che assieme a Linda Gambino ha avviato il progetto dell'album. Giordano Panizza al contrabbasso e Maurizio De Angelis alla batteria completano la formazione. Panizza lo sentiamo in assolo più volte, anche durante “Taking a chance on love”, il cui tema cantato valorizza bene il colore della voce di Linda.

Spostandoci nei tre brani originali, c'è da dire che la scuola di Boston ha fatto bene anche nella composizione, perché sembrano già tre classici. L'amore e il desiderio sono i temi cardine delle canzoni. “It wasn't love” è un leggero e divertito swing; come mood si potrebbe dire, per capirci qui, che è la sua “Satin Doll”. Il testo racconta di una bugia, un negare di essersi innamorata. “Let's take whatever comes instead” invece, è un 6/8 più delicato e intimo, che canta un approccio d'incoraggiamento verso un uomo forse insicuro: “Just wanna feel you naked, with nothing left to hide (...) let's call it love, can we agree on that, let's not be fussy and take whatever comes instead”. Interpretazione vocale davvero notevole, specie sulle note di “smile”, al verso: “Maybe you break my heart, but I'm not scared of the pain, I'm gonna smile...”.

L'album è chiuso da “Your hands”, che inizia con la sola voce nel silenzio. Anche questo è un brano lento ed intimo, dove il desiderio prende il volo: “I wanna feel your hands on me”, e la voce vibra, si spezza, miagola... Insomma, “Unexpected” suona già classico, anche per quanto riguarda i brani nuovi, e può dare la possibilità a Linda Gambino di affermarsi sulla scena jazz. (Gilberto Ongaro)