ONE WAY TICKET  "Fase di decollo"
   (2006 )

'Fase di decollo' dei One Way Ticket è, decisamente, una bella sorpresa. Si tratta di rock d'autore, scritto e suonato con soluzioni ricercate e mai banali: questo rende la loro proposta convincente, fin dal primo ascolto, anche se l'orecchio ne rimane maggiormente avvinto ai successivi passaggi. Il fulcro vitale di questo quartetto barese è, senz'ombra di dubbio, la voce possente ed ispirata di Mauro Maremonti, che personalmente mi ha ricordato quella dotata di altrettanta potenza di Mauro Cheli, storico leader della prima formazione dei Balkan Air, datata addirittura anni '80 (anche lontano dai riflettori a volte crescono piccoli grandi miti...). Maremonti suona anche la chitarra e, soprattutto, scrive tutti i 5 brani di questo e.p. d'esordio, sia per quanto riguarda i testi che per le musiche, anche se per queste ultime, com'è giusto che sia, c'è stato un deciso e decisivo apporto della band. L'impressione è che questi 4 ragazzi dispongano di mezzi espressivi decisamente fuori dal comune, portati come sono ad essere a loro agio sia con le note più tirate (i rock sconvolgenti di 'Serenata ironica alla luna' e 'Deserto') che nelle atmosfere più intimiste (le bellissime 'Gocce d'ombra' e 'Vertigine'). Testi spiazzanti ed avvolgenti, per niente corollario, anzi più che mai parte integrante dei brani: ed anche in questo caso l'ascoltatore viene rapito dalle parole sia che si tratti di testi duri e vibranti ("questo deserto insegna che col tempo si guadagna un posto nell'olimpo degli stupidi... si entra senza vincoli, ci sono posti liberi, basta essere normali...") sia che invece le lettere, le parole, le frasi siano dolci e mansuete ("io non credo in noi, ma in te e in me, un incontro impossibile... e allora te ne andrai, chiudendomi nei tuoi occhi stanchi e umidi..."). Complimenti davvero. Questa 'fase di decollo' della band (citando il titolo dell'opera) lascia presagire un volo lungo e molto, molto piacevole per questi ragazzi. Ed anche per noi, che li seguiremo da quaggiù. (Andrea Rossi)