GILLES SIVILOTTO  "Handmade"
   (2025 )

Cresciuto in una famiglia di pescatori, Gilles Sivilotto è abituato a lavorare con le mani. Con le mani sbucci le cipolle (come cantava Zucchero), suoni la tromba e fai elettroacustica. Sì perché l'artista francese, inizialmente trombettista, ha deciso poi di dedicarsi alla musica elettroacustica, ma ne crea una peculiare, vicina all'esperienza della musica concreta.

Ci sono dei video che lo mostrano seduto in una panchina con questo strano aggeggio: un asse di legno levigato tenuto con una mano, con delle scanalature; a un lato dell'asse, c'è un touch pad dove puntare una matita elettronica, che genera una forma d'onda. Le scanalature lungo l'asse servono a modificare ciò che si ottiene disegnando l'onda sul pad.

Così Sivilotto produce a mano degli impulsi rumorosi, completamente aleatori. Lo scoprono la cantante sperimentale Isabelle Duthoit e gli zeitkratzer, ensemble tedesco diretto dal pianista Rheinold Friedl: ci vanno a nozze! E insieme pubblicano “Handmade”, uscito per la zeitkratzer Records.

Si tratta di quattro tracce di due brani, interpretati due volte. Sivilotto genera due dei suoi esperimenti elettroacustici rumoristici, “Handmade 3” e “Handmade 2”, e Isabelle Duthoit interpreta con la sua voce il primo di questi due, e gli zeitkratzer traducono il secondo coi propri strumenti: clarinetto, corno francese, trombone, piano, percussioni, due violini, violoncello e contrabbasso.

Bisogna spiegare che tipo di voce usa Isabelle Duthoit. Non intona note: respira, fa gorgoglii, piccoli urli, e rumori gutturali, quelli che si fanno chiudendo la gola e sforzando la voce (“E.T telefono casa”...). Una voce sfruttata in questo modo è coerente con la noise elettroacustica generata da Sivilotto.

Bisogna ricordare anche cosa sono gli zeiktratzer. Questo collettivo l'abbiamo incontrato elaborare e decostruire materiali sonori tra i più disparati possibili a modo proprio: canti di guerra serbi, i primi lavori dei giovanissimi Kraftwerk, brani jazz e una sonata di Domenico Scarlatti! Questa volta hanno relativamente vita facile: non c'è da decostruire, essendo il materiale di partenza qualcosa allo stadio grezzo e istintivo come “Handmade 2”. Possiamo sentire i violini stridere o addirittura ronzare come mosche, le percussioni strofinarsi, i fiati sforzarsi, e il pianoforte generare onde nere tramite le note basse.

La versione di Sivilotto ovviamente è tutto questo in una forma d'onda, di rumore bianco modulato, passando da piccoli sibili a tuoni e saette. Per gli amanti della noise music radicale e per chi è incuriosito dagli esperimenti vocali e orchestrali non convenzionali. I due solisti e il collettivo non suonano insieme: ognuno è presente nella propria traccia. Mi viene da chiedermi se invece di reinterpretare gli impulsi di Sivilotto, questa volta non avessero improvvisato tutti insieme, cosa ne sarebbe uscito! (Gilberto Ongaro)