BRUCE SPRINGSTEEN "Tracks II: the lost albums"
(2025 )
Approcciando i “The Lost Album” si ha l’impressione di trovarsi di fronte alla trilogia prequel di Guerre Stellari.
Bisogna tornare indietro fino al 1983 per ritrovare il senso cronologico di questa produzione: sette album inediti contenenti ben 84 brani, inediti, che Bruce Springsteen ha tenuto per sé, e che solo ora ha deciso di pubblicare. Come se ci fosse stata una vita parallela dell’artista che, dall’83 fino al 2018, ha messo da parte composizioni che fino a oggi sono rimaste solo per lui. Questi album trovano comunque un incastro cronologico perfetto con i dischi pubblicati.
LA Garage Sessions ’83 – Il Boss degli inizi: estremamente diretto, arrangiamenti ruvidi ed essenziali. Poche note e tanta energia restituiscono queste tracce al periodo analogico, quando si registrava quasi tutto in maniera diretta, facendo suonare il tutto in maniera ancora più reale. E poi l’armonica a bocca, utilizzata in diversi brani, rende ancora più autentico lo stile country.
Streets of Philadelphia Sessions - ha dentro di sé l’anima della pluripremiata canzone, dell’omonimo film interpretato da Tom Hanks e Denzel Washington: drum machine, arrangiamenti minimi e tappeti di pad a perdita d’occhio e tante tonalità minori.
Faithless - Molto particolare, incredibilmente tranquillo, con ben tre brani strumentali al suo interno. Le atmosfere leggere di questo album sono comunque segnate da venature country e gospel. Probabilmente questo terzo cd si discosta leggermente dal percorso musicale di Springsteen.
Somewhere North of Nashville – Con questo quarto cd si torna negli States più puri che il Boss possa raccontare. La sua narrazione, quella più vera e verosimile, è fatta di rock, tanto country che farebbe sognare chiunque. Il ritmo sostenuto dei brani, viene ogni tanto placato da ballad. Questo disco Sprigsteen lo poteva tirare fuori prima...
Inyo – Album che prende il nome dalla contea di Inyo, ovest California, per intenderci dove c’è la più nota Death Valley. Armonie che viaggiano tra il confine americano e quello del Messico. Storie un po’ tristi di disagio e separazione fanno di queste tracce un viaggio molto riflessivo attraverso i deserti e le città attigue, il tutto praticamente senza l’uso della batteria.
Twilight Hours – Si cambia genere e stile: ritmiche lente, orchestrazioni eleganti. Cambiano rotta anche le armonie che diventano maggiori, lasciando spazio a un’ottima interpretazione canora. Bruce, con questo sesto capitolo, regala un momento molto affascinante della sua creatività, non ancora svelato.
Perfect World – Il Boss completa il cofanetto con il Mondo Perfetto che rigurgita rock, pieno di strumenti e ballate tipiche. Forse il cd che maggiormente riassume a pieno il cantante di Long Branch, New Jersey. Bello ed entusiasmante, ricchissimo di forza musicale. Questi ultimi dieci pezzi chiudono i totali 84 in maniera perfetta.
''Tracks II: The Lost Albums'' segue i 21 precedenti dischi incisi in studio, oltre agli otto live, 9 raccolte e a un imprecisato numero di bootleg: mi sembra che basti. Un’ultima cosa: l’ascolto in toto di questi sette album dovrebbe dare diritto alla Green Card, per quanto vengano cantati gli Stati Uniti d’America da nord a sud e da est a ovest. (Andrea Allegra)