PAT THOMAS  "The bliss of bliss"
   (2025 )

Il pianista Pat Thomas, classe '60, ha una propria visione del jazz e della musica d'avanguardia. Se la rottura con la tradizione tonale nel Novecento rappresentava una sorta di rivoluzione quasi nichilista, parallela al dadaismo, alla crisi delle grandi narrazioni e anticipatrice del postmoderno, per Pat Thomas invece la musica atonale si veste di un significato tutt'altro che nichilista o beffardo.

Uscito per l'etichetta Konnekt, “The Bliss of Bliss” è composto da tre brani: la titletrack che dura 41 minuti, e poi i due brevi “Twilight” e “Soca Time”. In tutti e tre lo strumento è uno: il pianoforte, suonato da Thomas sia sui tasti che direttamente sulle corde, anche per molto tempo. La percussione diretta delle corde del pianoforte non è un'aggiunta decorativa occasionale: è parte integrante del linguaggio espressivo del pianista, al pari dei tasti.

L'artista realizza così delle improvvisazioni che contengono diverse sequenze di suoni “preparati”, termine di cageiana memoria, indifferenti a qualsivoglia tonalità o scala, ma dalla precisissima strutturazione ritmica, anche nei cambi repentini. Seppur cangiante nel tempo quindi, si sente che l'improvvisazione, continua e virtuosistica, è in qualche modo guidata dall'istinto, non dal caso. E forse più che istinto, è una sorta di fede.

Oltre ad essere pianista, Pat Thomas è anche un Sufi. I fan di Franco Battiato forse sono avvantaggiati e già sanno chi sono. Per gli altri, mi aiuta Wikipedia con una definizione forse non esaustiva ma chiara: “il sufismo è la dimensione mistica dell'Islam”. Se teniamo conto di questa attività, capiamo che il mondo sonoro del pianista si fonda su una visione spirituale.

Tra le ispirazioni dichiarate nel comunicato, oltre a Oscar Peterson, compare anche Sun Ra. Questo nome indica inequivocabilmente la dimensione cosmica a cui fa riferimento Pat Thomas, nel suo caos apparente. Note, rumori e silenzi si alternano come pulviscolo, rocce e nebulose nello spazio. (Gilberto Ongaro)