ANDY MICARELLI "Andyamo"
(2025 )
Il nome del polistrumentista Andy Micarelli lo troviamo agli arrangiamenti di DeaR, prolifico compositore torinese che pubblica per Music Force, etichetta di Alessandro Carletti Orsini, cantautore romano in arte Aleco. Ora, sempre per la stessa etichetta, è giunto il quinto momento da protagonista di Andy Micarelli.
“Andyamo” è il suo quinto album, che contiene undici canzoni scritte nel segno della leggerezza. Spesso la direzione stilistica va in un synth pop, come in “Viola”, dedicata probabilmente a una figlia: “Benvenuta al mondo, mia piccola dolce Viola”. Più avanti in scaletta, “Come un oceano” dev'essere dedicata a un'altra figlia: “Benvenuta Aurora, tra latte e sbadigli”. In questa, la musica, l'andamento è particolarmente intenso, con quell'arrangiamento di piano e tastiere che piacerebbe a Venditti.
I testi sono spesso piccole descrizioni di realtà quotidiana, come “Silenzio” e “Semplicità”, dove nella prima Micarelli canta del suo bisogno di isolarsi ogni tanto, per ritrovarsi: “Nella solitudine riscopro me, tra mille pensieri che corrono giù. Rifletto e sogno in questa quiete rara, che lontano dalla folla come tetto mi ripara (…) siamo io e l'eternità”. Nella seconda, dedica alla persona amata (un po' à la Gabbani) la semplicità che ha ritrovato in lei.
Cantata in duetto assieme a Alessandra Dambra, “Fammi volare” sembrerebbe ideale per andare all'Eurovision Song Contest, con la sua base dance e il suo carpe diem. L'altro episodio dance è quello che chiude l'album, “Come ti vorrei”, pezzo spensierato di innamoramento.
Leggendo il titolo, credevo che “Hulkmania” fosse dedicata al supereroe verde, invece è per Hulk Hogan. Per l'occasione compare una chitarra elettrica rock, ad accompagnare parole di incoraggiamento: “Ogni colpo è una lezione (…) Forte come l'acciaio e mai mollare, nel ring della vita ti devi rialzare. Non pensare che sia già finita, come Hulk Hogan trova la tua grinta”.
C'è un'altra dedica personale, “A Franco”, per la quale forse non c'era bisogno di parole: infatti è una musica strumentale, composta con il mood da colonna sonora. Invece “Basta” apre l'album con un rifiuto di accettare ogni cosa: “Basta razionalizzare ogni ferita. Ricomincio da me, questa è la sfida. Il coraggio di dire basta, è la mia vita (...) Chiudo questa porta senza far rumore”. E infatti il pezzo si chiude con il cigolio di una porta aperta e chiusa.
Ho lasciato per ultime “Radici preziose” e “Teate” perché mi sembrano le più sentite dall'autore. La prima è arrangiata con una chitarra che segue coordinate country, e qui Micarelli dice che “Le strade vecchie raccontano storie”. Il cantautore è in cerca di ciò che gli appartiene, e “Teate” lo conferma.
“Teate” è il nome antico di Chieti. La città ha origini preromane, e forse Andy ce l'aveva già in mente mentre scriveva delle strade in “Radici preziose”. Tra “il sorriso dei nonni la domenica”, “bici e pallone”, e un pensiero alla Curva Volpi, storico gruppo ultras del Chieti, Micarelli dedica a Teate una melodia popolare scritta di cuore, forse pensata per essere cantata in coro con l'accendino in mano, per cantare i propri ricordi e l'attaccamento alla città: “La fontana che cambia colore, coi riflessi di storia su ogni goccia”.
Con “Andyamo” scopriamo un autore teatino di musica italiana, che racconta le proprie emozioni e celebra la vita quotidiana e la semplicità. (Gilberto Ongaro)