EMANUELE DE FRANCESCO "Il primo bacio nel pomeriggio"
(2025 )
Con “Il primo bacio nel pomeriggio”, uscito il 26 settembre per Sheep Music Publishing, Emanuele De Francesco conferma la sua vocazione per un cantautorato elegante e cinematografico, capace di coniugare introspezione e melodia con una naturalezza sempre più rara.
Dopo “Lettere al neon” (2019), l’artista milanese torna con un disco che sembra voler rallentare il tempo: otto tracce costruite attorno alla voce, al pianoforte e a un uso raffinato della chitarra, dove ogni suono respira, come in un film al rallentatore in cui la luce del pomeriggio filtra dalle persiane e illumina la polvere sospesa nell’aria.
Il titolo è una dichiarazione poetica: “Il primo bacio nel pomeriggio” non appartiene all’alba o al risveglio, ma a quel momento sospeso a metà tra il giorno e la notte.
Emanuele De Francesco canta di personaggi che non si adattano ai ritmi del mondo, che si perdono e si ritrovano dentro passioni, errori, malinconie. È un disco per chi vive fuori tempo, per chi ama senza coordinate precise e trova senso proprio in quel disordine.
Il suono, curato insieme a Lele Battista, co-produttore e arrangiatore, è volutamente essenziale ma ricco di sfumature. Gli interventi di pianoforte, synth e cori di Lele Battista aggiungono un’aura sospesa e un tocco di eleganza malinconica che amplifica la profondità emotiva dell’album.
Completano la lineup Maurizio Gaggianesi alla batteria e Evasio Muraro al basso (in quattro tracce), contribuendo a una tessitura sonora coerente e magnetica.
Tra i brani più convincenti spicca “Tasca bucata”, vero e proprio manifesto del disco, ritratto ironico e tenero di chi non riesce a trattenere nulla, nemmeno la normalità. “Tarda notte” è pura sospensione: piano e voce che si sfiorano come un sogno che non vuole finire, mentre “Brividi” chiude il viaggio con un tono quasi cinematografico, struggente, in cui la notte diventa protagonista assoluta.
“Il primo bacio nel pomeriggio” non urla per essere notato: si fa ascoltare in silenzio, con grazia e profondità. È un disco maturo, coerente e ipnotico, da ascoltare più volte per coglierne le sfumature.
Nel panorama del nuovo cantautorato italiano, Emanuele De Francesco si conferma una voce fuori dal coro, capace di dare peso alla leggerezza e luce alla malinconia. Un bacio, si, ma nel pomeriggio, quando tutto sembra finalmente possibile. (Sara Stella)