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VINCENZO CERVELLI "Acid tales"
(2025 )
Una voce ruvida ed aspra (mi ricorda Lemmy dei Motorhead), chitarre "dritte" ma anche distorte quando serve ed arrangiamenti senza tanti fronzoli.
A questo aggiungete ritmiche efficaci e trascinanti, una sapiente alternanza di brani tirati (una chicca il secondo in scaletta "Goin' into the wide") e ballad ("Hungry" e "Wrong side" su tutte).
Sto evidenziando alcune delle caratteristiche che fanno di "Acid Tales", terza prova discografica del molisano Vincenzo Cervelli, un disco convincente che agli amanti del rock più vero e scarno non può passare inosservato.
Il mood è quello dei locali e pub a contatto diretto col pubblico, magari dopo avere sorseggiato una birra, la narrazione in inglese (ottimo peraltro) porta a storie personali del vissuto dell'autore ma può coinvolgere ogni ascoltatore. Il nostro rocker è autentico e ci propone dieci pezzi originali.
Cito in particolare il nono in scaletta, che ben rappresenta quanto sopra descritto, quel "Secret" con un ficcante riff di chitarra iniziale che riaffiora durante il brano ed un solo che ci porta in territori quasi post-punk.
Voto 7. (Roberto Celi)