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KOZMINSKI "Un oceano di zeri"
(2025 )
Riuscire a narrare la difficile quotidianità di oggi, tramite la lente dell’obiettività non pedante, non retorica, scevro da tatticismi demagogici, è decisamente il punto forte del collettivo milanese dei Kozminski che, dal 2007, non fanno altro che crescere di volta in volta con le loro progettualità.
“Un oceano di zeri” è il loro quinto album , prodotto dall’esperta mano di Giuliano Dottori, che plasma un sound a cavallo tra stilemi indie e graffiature wave, impastato in buon pop-rock dai connotati distintivi, riuscendo nel non comune intento di riuscire a farsi ricordare, non solo per la profondità delle liriche ma anche per gli schemi assemblativi fusi con dovizia.
Lo sparo introduttivo di “L’aldilà” ci fa udire echi di Stato Sociale ma con ironia sottotraccia, mentre la dilettevole “Burger king” ce la fanno fischiettare come fossimo a fare l’aperitivo sui Navigli.
Quando è ora di non fare sconti descrittivi, azzannano con l’urticante “Il computer” con chitarroni vibranti. Invece, pestando anche appezzamenti cantautorali, se la cavano egregiamente sia con “Verso Giove”, “L’attesa” e “Rocky Barbùn”, lambendo passaggi tra Daniele Silvestri e Perturbazione: mica male davvero, prendi e porta a casa!
Benché ideato senza un trade d’uniòn, i Kozminski (involontariamente) son coscienti, ora, di aver assemblato un concept-album, poiché l’aneddotica di vita che secerne la tracklist accomuna i 10 brani in essere. Brani di vita brulicanti in ogni aspetto, più o meno preoccupante, che non vogliono dar lezioni di etica o filosofia, ma in cui pullula l’intenzione di trovare (insieme a noi) un antidoto all’odierna piattezza impersonale dell’esistenza.
La splendida ballad “Q8” offre ampi raggi riflessivi, mentre “L’occhio del diavolo” è pronto ad osservarci ovunque, obliando la nostra privacy “…all’improvviso, all’insaputa dei tuoi piani…”.
In definitiva, pollice in alto per dischi come “Un oceano di zeri”, che sanno raccontar di vita con l’acume percettivo di chi non vuole restare un mero spettatore ma provare a diventare un assoluto protagonista. E’ un anelito che dovrebbe fremere in tutti noi. Speriamo, dai… (Max Casali)