RADIO HAVANA  "Dream on"
   (2007 )

Esterofilia. Al motto di "l'erba del vicino è sempre più verde", qui in Italia, di esterofilia siamo praticamente impregnati. Pronti ad accogliere a braccia aperte chiunque venga dall'estero, spesso disdegnamo con alterigia chi porta addosso la "colpa" di essere nato nella nostra stessa nazione. Questo vale, ahimè, in tutti in campi, dal cinema (quante schifezze d'oltreoceano preferite a robusti film nostrani) al turismo (quanti viaggi tra le alghe della Tunisia, snobbando le ripulite coste nostrane...), fino, ovviamente, alla musica. I più giovani di voi non lo ricorderanno (non lo potete fare, è ovvio), ma quando all'inizio degli anni '80 stava nascendo la nuova musica italiana (un nome tra i tanti: Vasco), qui in terra tricolore, invece di goderne e di inorgoglirci, eravamo letteralmente invasi da personaggi di dubbio valore. Se scorrete ora le charts italiane tra l'80 e l'83, troverete infatti in testa Imagination, Twins, Modern Talking e via dissertando. Sono passati circa 20 anni, e non è cambiato granchè. Vero è che, finalmente, la musica tricolore ha spesso il giusto risalto, ma è ugualmente vero che, ancora oggi, alla pari si tende ancora a preferire un nome estero. Così, semplicemente perché, non essendo italiano, dev'essere giocoforza più valido, più preparato, più "alla moda". Nel rock il ritornello è lo stesso: largo ad Arctic Monkeys o Kaiser Chiefs, ombra per tante validissime bands nostrane che, magari, hanno invece ottimi riscontri all'estero. Tutto questo per arrivare a parlare dei Radio Havana. Se questo gruppo mantovano-modenese arriverà in testa alle charts, sono pronto a scusarmi ed a cospargermi il capo di cenere. Ma se non sarà così, il danno sarà enorme. Questo è un gruppo tosto, unito, che crea un muro sonoro hardcore rock melodico compatto e valido, che suona e compone alla grande. E che, soprattutto, se venisse da Los Angeles o da Londra, staremmo già idolatrando. Infatti all'estero li stanno già seguendo con attenzione: presto quest'album (bellissimo, davvero) sarà distribuito e lanciato con tutti i crismi in Germania, con conseguente tournèe. E tutti, là nella patria dei crauti, immagineranno che i Radio Havana in Italia siano dei veri numeri uno, da milioni e milioni di copie vendute. Arriveremo così al punto (vedrete che non mi sbaglio) che i giovani gruppi italiani nasconderanno le proprie identità (come facevano Gazebo o Ryan Paris negli anni '80) pur di avere uguali opportunità rispetto agli spesso scarsi colleghi d'oltreoceano o d'oltre Manica. Se non lo ritenete giusto, procuratevi questo "Dream on". Ascoltatevi le rudi e tirate 'Hollow' e 'Lies', o ancora l'ottima 'Slivers', che mette in fila decine e decine di osannate bands estere. E poi decidete. Se essere o apparire, se ragionare con la vostra testa o farvi travolgere dalla massa. Io ho già deciso. Viva i Radio Havana. (Andrea Rossi)