GIORGIO CONTE  "The best of Giorgio Conte - Live al Sovrano Festival Alberobello"
   (2005 )

Giorgio Conte ha una sola sfortuna: essere il fratello di Paolo Conte. Non ce l'abbiamo con il noto avvocato di Asti, ne' immaginiamo che vivergli al fianco abbia comportato chissà quali scompensi. Molto più semplicemente, se Giorgio Conte non fosse "il fratello di..." sarebbe, forse, apprezzato maggiormente. Perché (e qui arriviamo al punto) Giorgio Conte è un artista vero. Un autore di miraboli bozzetti sonori e testuali, un autentico artigiano delle note e dei pensieri. Un personaggio che si starebbe ad ascoltare per ore ed ore, che canti o che parli. E che (torniamo al discorso iniziale) incidentalmente è anche il fratello di Paolo Conte. Così, gli è toccato in sorte il continuo, assordante ritornello del "assomiglia a suo fratello", del "è chiaramente un raccomandato", del "sì, è bravino, ma suo fratello è tutta un'altra cosa". Probabilmente, dentro di se', con l'ironia che lo contraddistingue, avrà pensato svariate volte che sarebbe stata una libidine chiamarsi Giuseppe Stupazzoni, o Arnaldo Bacigalupo, invece che Giorgio Conte. Ma, si sa, la vita a volte è beffarda. E dire che sono quasi 3 decenni (dal lontano '93) che Giorgio ha abbandonato la professione legale (toh! un altro facile paragone con il fratello...) per dedicarsi esclusivamente alla musica: e dire che scrive e canta fin dagli anni '70 (primo album "Zona Cesarini" dell'82). E peccato anche che, inizialmente, abbia dovuto rifugiarsi all'estero, come un perseguitato politico, per ottenere il giusto tributo, suonando tra Austria, Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Spagna e Canada, invece che dedicarsi ai patrii lidi. Solo 6 anni più tardi, nel '99, avrà inizio la sua attività live in Italia, un po' come il bravo Pippo Pollina, che era già un autentico numero uno in giro per l'Europa mentre nella sua Italia nemmeno ne conoscevano l'esistenza. Guarda caso, ora i due si sono trovati nella stessa etichetta, la Storie di Note, evidentemente (e fortunatamente) attenta a chi vale davvero. Gustatevi quindi questo album, il 2° live di una trentennale carriera sempre e comunque in sordina, nonostante celebri brani scritti per altri: da Mina a Francesco Baccini, da Milva ad Elio e le Storie Tese, da Ornella Vanoni alle intramontabili "Non sono Maddalena" per Rosanna Fratello (contenuta in questo cd), sino a Fausto Leali e Wilson Pickett per la celebre "Deborah", per terminare con i capisaldi "Una giornata al mare" e "La topolino amaranto" scritte a quattro mani con il fratello. Album live, quindi, ma contemporaneamente "greatest hits", o ancor più internazionalmente "The best of", come recita spavaldo l'ironico titolo. Un punto, ecco, da mettere in una grande carriera, la fine di una periodo e l'inizio di un altro, che sarà sicuramente splendido come quello già trascorso. Un punto e a capo, insomma. (Andrea Rossi)