MOIRE'  "Moirè"
   (2007 )

"Moirè" è un termine che ha più significati. Innanzitutto è una minuscola cittadina francese (abitanti attuali: 178...) nella regione del Rodano, altrimenti può stare anche per un tipo di tessuto, tradizionalmente di seta ma ora anche in cotone o fibra sintetica, con un effetto ottico "in movimento" che ricorda le onde o l'acqua. Infine, dipendenti da quest'ultima voce, esistono anche un terzo ed un quarto significato: quello relativo alle registrazioni video (quando una scena contiene un motivo ripetuto di dettagli che superano la risoluzione della fotocamera o della videocamera, facendo apparire delle righe colorate che vengono, appunto, definite "effetto moirè"), e quello del termine usato in tipografia, cioè l'effetto che si ha quando le separazioni in quadricromia non vengono stampate a registro e può capitare che le retinature diano la percezione visiva di un effetto distorto e, appunto, in movimento. In questi ultimi 2 casi, il più delle volte l'effetto in questione è un errore, in alcuni casi è invece un effetto voluto. Non ci è dato sapere a quale accezione facesse riferimento questa band napoletana, quando è stato deciso il nome del gruppo, ma tirando ad indovinare opterei per l'ultima possibilità. I 6 brani di questo E.P. danno, infatti, l'impressione di non volere, volutamente, fornire all'ascoltatore un quadro unico ed immutabile della propria proposta. I Moirè sono, assolutamente, polivalenti. Non a caso il primo pensiero che coglie, al termine dell'ascolto, è che occorrano ulteriori brani per farsi un'idea chiara della proposta. Ma, chissà perché, siamo sicuri che, anche in presenza di ulteriori prove, sarà sempre difficile "inquadrare" questa band in maniera definitiva ed immutabile. Non è detto che sia un male. Anzi. I 4 ragazzi, insieme dal 2003, hanno già messo insieme il loro bel bagaglio di fruttuose esperienze, culminate con l'apertura dello show di Vasco Rossi al Velodromo di Palermo nel 2005. Fanno rock, ottimo rock, tirato ma anche pronto a virare verso un'improvvisa ed impronosticabile apertura melodica, quasi cantautorale. La proposta è rigidamente cantata in italiano, tra l'altro con liriche tutt'altro che casuali, precise e compiute. Il vigore iniziale di "Come un brivido" si trasforma presto in un messaggio passionale, al quale si ricollega la successiva, dolce ed eterea "Sopra ogni cosa". Poi di nuovo durezza e dolcezza, distorsione ed armonia, alternati ed omogenei, sino aIla considerazione finale: cioè che questi ragazzi ci sanno fare, e che il loro futuro potrà davvero essere roseo, se così tante e valide premesse saranno confermate nel lungo periodo. (Andrea Rossi)