THE BLOW MONKEYS  "Choices - The singles collection"
   (1989 )

OK, magari gli anni ’80 vi fanno schifo, magari siete stufi di rivedere nei vari programmi revival ‘sti soggetti che, con il loro utilizzo di lacche, hanno creato problemi all’ambiente ben prima che il Live Earth se ne accorgesse. Magari nemmeno vi piacciono tanto le tastiere, i sintetizzatori, e le altre cose che caratterizzarono questo periodo. Ma almeno ammettetelo: come si sapevano scegliere i nomi, ‘sti soggetti, ora nemmeno se lo immaginano, i vari Blue, Coldplay, Finley e altri che piacciono tanti ai contemporanei. Scimmie gonfiabili, anche se in realtà il termine è un gergale offensivo australiano: attorno ad un soggetto che si autodefiniva Dr. Robert (dai, ci sarebbero stati Doctor & The Medics, c’erano stati i Ph.D, evidentemente una laurea non si rifiutava a nessuno) e ad un genere che cercava di seguire quello strano cool-pop che, in Britannia, fronteggiava il funky e la new wave. Mettete sassofoni nei vostri vinili, sembravano dire, partendo da Sade e Matt Bianco: due o tre tentativi, poi da “Diggin’ your scene” a “It doesn’t have to be this way” (se mi consentite il ricordo, la prima canzone sentita dal sottoscritto la prima volta che entrò in una discoteca, agosto 1987). Si facevano ascoltare, anche se il ragazzone sembrava una brutta copia del Simon Le Bon dai capelli neri ai tempi di Arcadia, e se dava l’idea di tirarsela come non mai. C’erano anche tracce di lotta politica, nel loro sound, e il titolo di un loro album si poteva tradurre come “Era solo la figlia del droghiere”, lagnandosi della Thatcher. Poi, ai tempi di questa dignitosissima raccolta, il passaggio a suoni più “garage”, come si diceva all’epoca, con tastiere che diventavano più acide, e la house music che spazzò via il pop della metà anni ’80. “Wait” assieme a Kym Mazelle, “Choice”: la strada giusta per entrare nei ‘90s? Nada: scioglimento della one-man-band, e un blando tentativo solista del Dottore che non fece successo. Peccato: si poteva essere two-hit-wonder e poter, comunque, andare in giro a faccia alta. (Enrico Faggiano)