TOOL  "Ænima"
   (1996 )

11 anni… 11 anni dall'uscita di quest'album, e, nonostante ciò, i suoi messaggi rimangono sempre così pertinenti, strani ed anche oscuri… La loro musica è sempre lavorata fino ai minimi dettagli, come un opera d’arte in cui tutto è stato messo in opera per servire la musica e quello che essa può procurare a chi la sta ascoltando. Ci si addentra immediatamente nell’argomento attraverso 'Stinkfist', che porrà le basi di molti elementi della musica di questi quattro ragazzi americani. Una voce che sembra a volte dolce, quasi femminile, opponendosi in perfetta armonia ad una ritmica senza frontiere, ma che urla quando è il momento giusto. Una musica in cui non c’è mai nulla di superfluo, in cui niente è inutile: le strutture sono razionalmente disordinate e sempre accattivanti, tutto è nel giusto equilibrio. Poi, cosa dire della potenza sprigionata dalla batteria, assordante ma sensibile, mescolando rock e percussioni esotiche? L’avrete capito, la musica dei TOOL gira in permanenza attorno a questa dualità, questo paradosso che comunque sembra così logico. Il brano 'Eulogy' si presenta prima con una lunga introduzione, confinante col mistico, ed accompagnata da intriganti giochi ritmici di percussioni, per poi svilupparsi in eccellente rock progressivo. È quasi uno assolo di chitarra, ma non troppo… infatti i TOOL non sono veramente un gruppo che fa solo metal ma neanche solo rock progressivo comunque. Al di là di un universo scuro e esoterico, quest’album è lontano dall’essere un banale disco di rock-metal; il suo messaggio, per chiunque ascolti questa musica col cuore e meno con la propria razionalità, è ben facile da capire… Pezzi come 'Forty Six&2' aggiungono una nota di positività che arricchisce ulteriormente il tutto. L'ingresso è affascinante, meravigliosamente orchestrato con un basso orientale, una struttura in costante evoluzione. Vengono usate molte percussioni elettroniche, ma mai troppo… Musica intelligente, direi semplicemente! Non dimentichiamo poi il senso dell’umorismo di questo strano gruppo: infatti le canzoni di quest’album hanno un umorismo particolare, ci sono dei piccoli passaggi senza senso ma accompagnati da una musica reale…. (esempio?... un tipo insulta sulla segreteria, in italiano, in 'Harry manback'; una ricetta di cucina in tedesco in 'Die Eier von satan'...). Concludo raccomandando caldamente questo gruppo, anche per l’altro album 'Lateralus', che commenteremo a parte in un'altra recensione. Aprite la mente e tenete gli occhi aperti, ed entrerete nell’universo magico ed a volte inquietante dei TOOL che non via abbandonerà più per un lungo momento. (Carine Bingan)