DESERT CLOUDS  "Dharma bums"
   (2007 )

Partiamo dalla copertina: bellissima, decisamente poetica, con un’immagine potente e, al tempo stesso, straordinariamente eterea. E’ solo il primo gioco degli opposti presente in “Dharma bums”, convincente opera prima dei Desert Clouds. Il successivo gioco degli opposti riguarda la line up della band: David Of Alayza, Ryan L. Wallace, Guidot, Angel Mc Guinnes e Joe T. Esposito compongono, che ci crediate o no, un quintetto totalmente… italiano. Proprio così. Sul perché si siano andati a reperire nomignoli così anglosassoni, sinceramente non abbiamo teorie. Ma non interessa, davvero. Perché il succo è che siamo in presenza di un ottimo disco. I 6 soli brani del cd (che però danno un totale di quasi 40 minuti, grazie a durate singole del tutto importanti) vincono fin dal primo ascolto qualsiasi tipologia di ascoltatore: da quello prettamente rock (che troverà, di certo, pane per i propri denti in queste note), a quello progressive (tanti e riusciti sono infatti i rimandi costanti ai dioscuri di questo genere, dai Genesis agli Yes per finire ai Marillion), come a quello indie (Radiohead) ed anche grunge, passando per la psichedelia dei tardi anni ’60 (Pink Floyd su tutti), per note cantautorali statunitensi, ed anche attraverso le atmosfere blues prima e folk poi, da Neil Young in giù. Non un minestrone, però, la proposta dei Desert Clouds: semplicemente un prodotto (validissimo) di chi ha decisamente masticato tantissime note, prima di sedersi ad un tavolino a dare corpo al proprio istinto musicale. Comunque, tanto per ribadire, è un altro gioco degli opposti, la loro musica. L’ennesimo. Però, straordinariamente convincente. (Andrea Rossi)